Saldi, perché si fanno: la storia

Gli sconti dalle origini nel periodo del Fascismo sino ai giorni nostri

Saldi

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I saldi rappresentano il momento più atteso per milioni di amanti dello shopping in tutta Italia. Il settore merceologico che è maggiormente protagonista dei saldi è quello dell'abbigliamento. Ma per quale motivo è così? La storia dei saldi affonda le proprie radici quasi un secolo fa. Era il 1939, infatti, quando il Governo fascista aveva approvato una legge che prevedeva le vendite straordinarie e quelle di liquidazione. I prodotti potevano essere venduti a prezzo scontato in qualsiasi periodo dell'anno e non c'erano "finestre" promozionali come oggi.

Chiusa l'epoca del Fascismo, i saldi sono finiti in soffitta. Per poi tornare in auge soltanto una quarantina di anni dopo, ovvero negli anni Ottanta. Ma con una regolamentazione ben precisa: solo quattro settimane al massimo in totale e due volte l'anno. Non più ribassi quando si vuole, ma quando lo decide il Governo. L'obiettivo è dare impulso ai consumi e svuotare i magazzini dei negozi di abbigliamento. Lo scopo dei saldi è infatti proprio questo: consentire lo smaltimento delle vecchie collezioni per fare in modo che i negozianti possano fare spazio ai nuovi prodotti. Nuove regole arrivano nel 2005, con il Codice del consumo: obbligo di esporre il prezzo prima e dopo lo sconto, indicazione del ribasso con la percentuale e possibilità di cambiare i capi difettosi. Regole che sono in vigore ancora oggi.