Pil e produzione industriale in calo a luglio. Segnali d’allarme per l’economia italiana. Ue: “Stime di crescita 2024 al ribasso”

Prodotto interno lordo in diminuzione dello 0,4% e produzione industriale -2,1%. Il ministro Urso: “Dati che preoccupano ma attesi”. Gentiloni. “Riviste al ribasso le previsioni di crescita per il 2023 e 2024”

Milano, 11 settembre 2023 – Brutte notizie dall’economia italiana. A luglio la produzione industriale è calata del 2,1% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Un dato in qualche modo atteso che però non lascia ben sperare per il futuro e in relazione alla prossima Manovra economica i cui margini, in caso di difficoltà del sistema, saranno ancor più esigui. Tanto che l’Unione Europea, per bocca del commissario Gentiloni, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2023-2024. 

Produzione industriale a luglio in calo in Italia
Produzione industriale a luglio in calo in Italia

Urso: “Segnali d'allarme attesi”

I dati Istat sul calo della produzione industriale italiana a luglio "sono dati che sono segnali d'allarme, in qualche misura aspettati”, secondo il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Intervistato a Restart su Rai3, Urso ha spiegato che “ci sono fattori internazionale che incidono” a partire dall'aumento del prezzo del petrolio, inoltre “il nostro principale partner economico e produttivo, la Germania è in recessione da tanti mesi ed aggrava il suo stato recessivo” e “l'aumento dei tassi di interesse ha reso più difficili gli investimenti delle imprese”.

Coldiretti: crollo dell’industria alimentare

Il taglio della spesa alimentare degli italiani si trasferisce dal commercio all'industria e fa crollare la produzione di cibo Made in Italy che si riduce del 4,5%, pari a più del doppio della media, con un impatto negativo sul valore complessivo. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai dati Istat sulla produzione industriale a luglio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente mentre la riduzione per l'alimentare è del 2,4% rispetto al mese precedente.

I Consumatori: “Dati pessimi”

"Dati pessimi! Il terzo trimestre comincia nel peggiore dei modi. Dopo che il Pil nel secondo trimestre 2023 è calato dello 0,4% sul trimestre precedente, le industrie restano in profondo rosso. Un chiaro campanello d'allarme che avvicina l'Italia al rischio di una recessione tecnica, dalla quale ci salveremo solo grazie alle ferie estive degli italiani che faranno decollare i servizi” afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

I dati dell’Istat nel dettaglio

Dopo due mesi di ripresa, la produzione industriale torna in negativo. L'Istat stima per luglio un calo dell' 0,7% dell'indice destagionalizzato rispetto a giugno. In termini tendenziali l'indice complessivo, al netto degli effetti di calendario diminuisce del 2,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21, come a luglio 2022). Grazie agli aumenti della produzione industriale a maggio e giugno, la media del periodo maggio-luglio segna un livello della produzione in aumento dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

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I settori

L'istat osserva che l'indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l'energia (+3,7%); mentre cala per i beni intermedi (-0,5%), per i beni strumentali (-1,5%) e per i beni di consumo (-1,6%). A livello tendenziale, invece, tra i principali settori cresce solo quello dei beni strumentali (+3,0%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-3,7%), l'energia (-4,0%) e i beni intermedi (-4,5%). I soli settori di attività economica che presentano variazioni tendenziali positive sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+10,1%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,8%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+0,4%). I settori rimanenti sono tutti in flessione; quelle più ampie si registrano nell'industria del legno, della carta e della stampa (-12,3%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-10,8%) e nell'attività estrattiva (-10,1%).

Il commento

“Dopo due mesi di crescita congiunturale l'indice destagionalizzato della produzione industriale registra, a luglio, una diminuzione; questa è diffusa ai principali comparti, con l'esclusione dell'energia. È, tuttavia, lievemente positivo l'andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l'indice generale è in flessione. Guardando ai principali raggruppamenti di industrie si osservano cali diffusi (ad esclusione dei beni strumentali), più marcati per l'energia e i beni intermedi”. È il commento dell'Istat.

Il Pil

Nel secondo trimestre, dopo l'aumento registrato nei tre mesi precedenti, in Italia il prodotto interno lordo (Pil), ha segnato una flessione (-0,4%). La variazione acquisita per il 2023 è pari a 0,7%. Lo rileva l'Istat nella Nota mensile. Dal lato dell'offerta, segnali negativi provengono dal settore manifatturiero. A luglio, dopo due mesi di crescita consecutivi, l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,7% in termini congiunturali.

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Gentiloni

"In Italia, la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso con una contrazione dello 0,4%, trainata dal calo della domanda interna. Sebbene sia previsto un leggero rimbalzo nella seconda metà di quest'anno e nel prossimo, le proiezioni di crescita annuale sono state riviste al ribasso a partire dalla primavera. Si prevede che il Pil italiano crescerà dello 0,9% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024". Lo ha detto il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni presentando in conferenza stampa le previsioni economiche d'estate.