BARBARA CALDEROLA
Economia

Il maxi-piano di A2a: investimenti per 18 miliardi

Accelerata sulle rinnovabili e 2mila assunzioni in più: aggiornato il programma industriale

Renato Mazzoncini, ad di A2a

Milano - Più utili, più investimenti, più assunzioni. L’anno d’oro di A2a, con guadagni netti cresciuti del 9% e margine operativo raddoppiato a 2,9 miliardi, rende i vertici ottimisti e il piano industriale audace. Da spendere entro il 2030 ci sono altri due miliardi di euro oltre ai 16 previsti. Sette per spingere sull’economia circolare e 11 nel campo dell’energia rinnovabile.

Diciotto miliardi che seguiranno nel 90% dei casi le indicazioni per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite. E il colosso di rifiuti ed energia, partecipato dai Comuni di Milano e Brescia, nella sua strategia di espansione conta di aumentare ancora il numero di assunzioni, 2mila posti di lavoro in più nell’arco di otto anni, per un totale di 15mila.

Serviranno a far funzionare una nuova rete di servizi e infrastrutture, a partire da quelle per la mobilità: rispetto alle previsioni iniziali presentate nel 2021 quadruplicheranno i punti di ricarica elettrica, 24mila a fine ciclo. Alta e bassa potenza, per funzionare sia di notte che – rapidamente – di giorno. E per i mezzi pesanti che non potranno essere alimentati a corrente, si punta all’idrogeno verde e al biometano a cui saranno dedicati 60 impianti. "Con i nostri progetti vogliamo essere protagonisti della decarbonizzazione del Paese – dice l’amministratore delegato Renato Mazzoncini – perché possiamo fornire energia elettrica rinnovabile e sostanze sostenibili come idrogeno e gas naturale liquefatto".

Il mercato di riferimento è quello delle auto a batteria, già oggi l’8% del venduto, con una crescita che si intravede vertiginosa e ricca. "L’aggiornamento delle nostre previsioni consente di anticipare di 10 anni l’obiettivo delle emissioni zero – aggiunge il manager – e ci permetterà di consolidarci in Italia e centrare obiettivi di business più alti". Per la svolta verde A2a ha però bisogno del suo settore tradizionale, che subirà una profonda evoluzione. Il recupero di materiale e di energia dai rifiuti, ma anche da scarti alimentari e di allevamento, aumenterà con nuove strutture per un totale di una capacità di 2,2 milioni di tonnellate nel 2030. L’azienda, che ha acquistato linee di trattamento anche in Calabria, conta infine di dimezzare nel 2030 le emissioni rispetto al 2017 e di azzerarle nel 2040.