ANDREA TELARA
Economia

Newlat è un eurocolosso del food: dopo Polenghi la Gran Bretagna

Presentata a Milano l’acquisizione dell’inglese Princess Limited. "Obiettivo 5 miliardi di ricavi"

Angelo Mastrolia (a sinistra) presidente Newlat con Simon Harrison ceo della Princes Limited group alla presentazione dell’acquisizione

Angelo Mastrolia (a sinistra) presidente Newlat con Simon Harrison ceo della Princes Limited group alla presentazione dell’acquisizione

Milano – Fino a 5 miliardi di ricavi all’anno. È l’obiettivo ambizioso annunciato ieri dal gruppo alimentare Newlat Food a Milano, all’Hoter Four Season di via Gesù, dove si è svolta la presentazione del Piano Industriale 2024-2030, dopo la recente acquisizione del 100% della concorrente britannica Princess Limited. L’operazione nel Regno Unito era già stata annunciata la scorsa settimana e ieri il presidente di Newlat, Angelo Mastrolia, ha presentato con il top management gli ambiziosi piani di crescita della società che ha sede a Reggio Emilia, controlla storici e importanti marchi dell’industria alimentare e casearia italiana, tra cui Mukki, Giglio e la Polenghi Lombardo, acquisita con grande tempismo da Mastrolia nel lontano 2008, dopo il crack della ex controllante Parmalat.

Con l’acquisizione di Princes, nascerà una nuova realtà internazionale che si chiamerà New Princes Group e avrà un fatturato di 2,8 miliardi di euro, una rete operativa globale di 31 stabilimenti, circa 8.800 dipendenti e 30 brand. Ma le mire espansionistiche del gruppo guidato da Mastrolia non si fermano appunto a questi numeri. Il piano industriale prevede infatti un aumento organico del fatturato a un tasso aggregato composto annuo (Cagr) del 4% per i prossimi 7 anni, raggiungendo la soglia di 3,34 miliardi di euro nel 2030. Un ulteriore contributo alla crescita potrà derivare dalle sinergie commerciali tra Princes e Newlat Food, mentre l’annunciato obiettivo di 5 miliardi di ricavi complessivi sarà frutto di altre acquisizioni.

"Negli ultimi 20 anni, abbiamo acquisito in media una società all’anno", ha detto Mastrolia, prospettando di seguire lo stesso ritmo anche nei prossimi esercizi. "Abbiamo una lista di nomi per possibili future operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni)", ha aggiunto il direttore finanziario di Newlat, Fabio Fazzari, facendo intendere che è solo questione di tempo per vedere di nuovo la società pronta ad allargare il suo raggio di azione. Questa volontà, secondo Fazzari, è frutto di una visione chiara sui settori e sui business necessari ad aumentare le sinergie industriali e commerciali del gruppo. Tornando ai numeri del piano industriale, invece, anche in uno scenario prudente è previsto un aumento della redditività di 270 punti base (2,7%), con il raggiungimento di un ebitda (margine operativo lordo) di 317 milioni di euro, corrispondente al 9,5% dei ricavi attesi.

Tale redditività sarà ottenuta con il miglioramento del mix di prodotti offerti, con un maggiore contributo dei marchi di proprietà e con la leva operativa, cioè grazie a una maggiore efficienza e a una minore incidenza sul fatturato dei costi fissi. La riduzione dei costi aziendali derivanti dalle sinergie tra Newlat e Princes è stimata nell’ordine di 36 milioni di euro mentre ulteriori sinergie commerciali potranno portare a una crescita dei margini di profitto di oltre il 10% entro il 2030. In sette anni, l’utile netto di esercizio dovrebbe superare la soglia dei 100 milioni di euro annui, mentre nell’attuale esercizio è atteso un utile pro-forma superiore ai 300 milioni, frutto però di voci straordinarie di bilancio Con la nascita del nuovo gruppo internazionale, è attesa anche la generazione di notevoli flussi di cassa disponibili (free cash flow) fino a 172 milioni di euro entro il 2030. Intanto, la chiusura definitiva dell’acquisizione nel Regno Unito è prevista per la fine di luglio, dopo che verrà dato il disco verde da parte di alcuni organismi competenti, dalle autorità antitrust al comitato aziendale europeo e olandese all’interno del gruppo Princes.