LUCA BALZAROTTI
Economia

Lombardia, la crescita lenta dei consumi: abbigliamento tradito dai saldi, si salvano solo i ristoranti

Il leggero incremento del valore delle spese (+2,1%) non copre l’effetto inflazione (+5,4%). Bergamo, Sondrio, Lodi e Pavia hanno superato il tasso del caro-vita. Giù Varese, crolla Monza

Cena al ristorante (Archivio)

Cena al ristorante (Archivio)

Milano – A luglio i consumi in Lombardia sono cresciuti (+2,1%). Tuttavia la differenza rispetto a un anno fa non basta neppure a coprire l’effetto dell’inflazione (+5,4%), secondo quanto emerge dall’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala (+2,4% in Italia).

Al di là della statistica, alla luce dell’aumento dei prezzi provocato dal caro-vita non si può parlare di un incremento reale del valore delle spese nelle attività commerciali se non nelle aree dove ha superato almeno il tasso dell’inflazione. In Lombardia è successo a Bergamo: qui ristorazione, abbigliamento-accessori e la parte restante del retail (escluso quello alimentare) hanno fatto segnare ricavi più alti del 9,61% rispetto a luglio 2022, sesto miglior risultato a livello nazionale. Numeri positivi anche per Sondrio (+7,35%), Lodi (+7,25%) e Pavia (+6,83%). Nessuna delle altre province è riuscita a migliorare gli incassi più del valore dell’inflazione (5,4%). Brescia (+4,85%), Mantova (+4,68%) e Como (+4%) si sono avvicinate, mentre a Milano, Lecco e Cremona la crescita si è fermata a poco più dell’1%. Varese e Monza hanno chiuso invece il mese di luglio con una contrazione che in Brianza ha toccato quota -5,15%, mentre nel Varesotto è stata più limitata (-1,05%).

A livello regionale, il risultato del retail lombardo è solo il decimo, dietro a Sardegna, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto-Adige, Marche, Toscana, Calabria e Basilicata. Complessivamente il Nord-est ha fatto registrare la migliore variazione rispetto a un anno fa con un incremento del 6,2%, seguito dal Centro (+4,1%). Staccate e quasi appaiati Nord-ovest e Sud Italia con dati simili: +1,3% e +1,1%. Analizzando i settori commerciali la ristorazione è il comparto più in salute. Rispetto a luglio 2022, l’Osservatorio ha segnalato un miglioramento del 7,8%. Ha deluso invece il segmento abbigliamento-accessori che, con un trend allineato all’anno precedente (+0,1%), non è riuscito a invertire la tendenza nemmeno con i saldi estivi: il 30% dei commercianti si è dichiarato insoddisfatto. Altro retail - categoria che indaga il resto delle attività escluse quelle alimentari - non registra alcuna crescita.

Per avere variazioni davvero positive occorre allargare il confronto tra il periodo gennaio-luglio 2023 e gennaio-luglio 2022: il valore dei consumi è aumentato dell’8,1%, oltre l’inflazione, ma è “viziato“ da una prima parte dell’anno scorso ancora segnata dall’aumento dei contagi Covid (variante Omicron). Il settore abbigliamento-accessori ha ricavi migliori del 6%, comunque inferiori (-8,7%) rispetto al periodo pre-pandemia (2019). L’unico comparto davvero in salute si è confermato la ristorazione: +13,8% rispetto al periodo gennaio-luglio 2022 e +2,5% rispetto al pre-Covid.