
Una azienda artigiana (Archivio)
Milano - Rischiano di pagarlo le imprese artigiane il conto di Covid e caro-energia: dal 2019 a oggi nella nostra Regione hanno costretto alla resa 8.155 imprenditori e senza un intervento immediato la situazione potrebbe addirittura peggiorare. "Una voce preoccupante è sicuramente quella della mortalità di imprese artigiane verificatasi dal 2019 alla fine del 2022 – spiega Giovanni Bozzini il presidente di Cna Lombardia –. La pandemia e le speculazioni sui costi energetici e delle materie prime hanno inciso molto. Continuiamo a pensare che occorra agire in fretta e che la prossima Giunta regionale abbia il dovere di mettere tra le vere priorità l’accesso al credito e i costi energetici".
A dicembre 2022 il numero di imprese lombarde ha fatto segnare un -0,6% rispetto a settembre 2022, quelle artigiane lombarde -1,1%. In pratica nell’arco di tre anni (2019-2022) il numero di imprese attive in Lombardia si è ridotto di circa 800 unità e tale variazione negativa riguarda soprattutto commercio-turismo (-10.307), manifattura (-6.221) e agricoltura (-1.673): solo la crescita significativa dei servizi ha consentito di ridimensionare l’entità della contrazione generale.
Analizzando i territori lombardi, tra dicembre 2019-dicembre 2022, le province che fanno segnare un trend positivo relativo alle imprese attive sono Milano (+1,7%), Varese (+1%) e Brescia (+0,9%), mentre Mantova (-6,3%), Sondrio (-4,2%) e Cremona (-3,8%) registrano un segno negativo.
Inflazione e crisi energetica hanno rallentato la ripresa del Pil lombardo che, in base alle previsioni del Centro Studi Sintesi che ha compiuto una ricerca per conto di Cna, nel corso del 2023 dovrebbe crescere dello 0,8%, con consumi in aumento dell’1,8% e gli investimenti del 3,3%.
Una crescita iniziata già lo scorso anno con il Pil che dovrebbe attestarsi al +4,4% (+3,9% rispetto al 2019), superando ampiamente il livello pre Covid. Anche sul fronte consumi nel 2022 la Lombardia è stata protagonista di un’importante progressione (+5,1%), comunque non sufficiente per recuperare quanto perso durante la fase acuta della pandemia (-0,5% rispetto al 2019).
Da segnalare anche la positiva evoluzione degli investimenti, +10,8%, che si è consolidata nel corso del 2022. "Restiamo tenacemente sul sentiero della crescita - conclude Bozzini -. Il dato rilevante è che la tendenza anno su anno, tra il 2021 e il 2022, è ormai positiva per numerosi indicatori, tra cui i consumi. Segnali di un ripreso slancio vitale della nostra economia".