Ita, Malpensa ai margini. Su Linate i limiti della Ue

Gli scali milanesi e la nuova compagnia. "City airport strategico"

Da sinistra l’ad di Ita Fabio Lazzerini e il presidente Alfredo Altavilla

Da sinistra l’ad di Ita Fabio Lazzerini e il presidente Alfredo Altavilla

Milano - Sotto la livrea azzurra , poche novità. Può essere sintetizzato così l’impatto della nuova “Ita Airways“ sugli aeroporti di Linate e Malpensa. Il primo volo della compagnia di bandiera erede di Alitalia è partito alle 6.20 di ieri dal city airport milanese e ha raggiunto Bari con 6 minuti di anticipo. Una scelta simbolica, quella del primo decollo. Ma il modello di business scelto da Ita ricalca quello di Alitalia. L’hub di riferimento resta Roma Fiumicino, questo significa che l’impegno su Malpensa sarà marginale come è sempre stato negli ultimi anni. La storia di Alitalia si è chiusa giovedì senza che avesse più un banco all’aeroporto bustocco, un ritiro iniziato nel 2008 col dehubbing. Ora Ita Airways si apre da Malpensa una sola rotta intercontinentale, quella per New York. Discorso diverso per Linate, dove Ita Airways eredita da Alitalia una posizione dominante. Prima della pandemia circa il 75% dei movimenti del city airport si doveva, infatti, alla sola Alitalia. La nuova Ita non potrà garantire un volume superiore perché la Commissione Europea ha costretto il nuovo vettore a rinunciare al 15% degli slot detenuti a Linate: un’imposizione mirata, secondo Bruxelles, ad impedire una continuità aziendale contraria alla concorrenza.

Un’imposizione che Fabio Lazzerini, Chief executive officer di Ita, ieri, durante la conferenza stampa di presentazione, ha fatto sapere di non aver gradito, anche perché si tratta di slot ora disponibili per la concorrenza: "Ogni volta che la negoziazione con la Commissione è arrivata a un bivio, abbiamo preso sportellate – racconta il Ceo –. Una di queste ci ha fatto lasciare il 15% degli slot a Linate". Da qui una riduzione coatta dei movimenti: dal 75 al 70%. Altre riduzioni sono dovute, invece, alle scelte della stessa Ita. La compagnia serve 45 destinazioni attraverso 61 rotte. Nel 2025 si salirà a 74 destinazioni e 89 rotte attraverso un bilanciamento dei voli verso il lungo raggio. In questo contesto Linate, comunque definito "strategico" da Lazzerini, sembra destinato a cedere centralità. Attualmente i voli accasati a Linate valgono il 55% del totale, ma già nella stagione estiva del 2022 è programmato che l’incidenza scenda al 36%. Quanto alla qualità dell’offerta, Linate resta l’aeroporto dei voli verso Roma e il Meridione e, in seconda battuta, verso le città dell’Unione Europea. Tra le rotte sotto revisione c’è la Linate-Fiumicino.

"La tratta Milano-Roma è un asset importante – spiega Lazzerini –, le frequenze vanno tarate sul mercato: qualche anno fa c’erano 23 voli in andata e 23 in ritorno, ma oggi c’è l’alta velocità", che sottrae domanda. Per questo il servizio "sarà concentrato sulla clientela business". E i voli giornalieri già oggi sono 16. Quanto all’Europa le destinazioni servite da Ita sono Parigi, Londra, Amsterdam, Bruxelles, Francoforte e Ginevra. Ma la vera sfida per Ita, a Linate, sarà riempire gli aerei: già nel 2017 e nel 2018 il city airport era tra i pochi in Europa a perdere passeggeri perché Alitalia non riempiva i velivoli.