BARBARA CALDEROLA
Economia

Hesa e Università di Pavia, alleanza a difesa dei tesori d’Italia

Anche la Biblioteca Ambrosiana tra i 97 monumenti protetti dai cultural security manager, formati grazie all’accordo tra l’azienda milanese di allarmi e l’ateneo di Pavia

Carlo Hruby, ad di Hesa e figlio del fondatore e la biblioteca Ambrosiana

Carlo Hruby, ad di Hesa e figlio del fondatore e la biblioteca Ambrosiana

Milano, 11 giugno 2025 – Quando la sicurezza sposa l’arte nascono lavori che non esistevano. È il caso dei primi 27 cultural security manager usciti dal corso frutto della collaborazione fra Hesa, storico marchio di allarmi e antintrusione e Università di Pavia.

Dalla nascita alla Fiera campionaria nel 1968 alla protezione dei grandi monumenti italiani: è la storia della piccola impresa milanese con 50 dipendenti e 28,5 milioni di fatturato, che si è inventata un settore e una professione “in tempi di intelligenza artificiale”, sottolinea l’ad Carlo Hruby.

“Nel 2007 ho deciso di investire tutto il budget pubblicitario per proteggere il nostro patrimonio artistico con la tecnologia – racconta –, una scelta che ci ha permesso di acquisire un’immagine diversa dalla concorrenza. L’operazione è stata portata avanti con la Fondazione dedicata a mio padre Enzo, grazie al quale è cominciato tutto. Fu il primo in Italia ad applicare la tecnologia al nostro campo”.

Gli inizi

In Fiera espose un sensore di movimento, “nessuno ne aveva mai visto uno prima, glielo aveva mandato un amico dall’America: fu un successo, ma era un prototipo”. Per sei anni ha lavorato alla costruzione dell’impresa, “aveva gli ordini, serviva tutto il resto”.

Nel 1974, il battesimo, “con il nome con cui adesso siamo uno dei punti di riferimento del mercato”. Diciotto anni fa, l’approdo in ambito culturale per filantropia. “Sono novantasette i siti che abbiamo protetto, dalla Biblioteca Ambrosiana, a quella Vaticana, all’Isola di San Giorgio a Venezia, al museo del nostro Duomo – racconta Hruby – senza scordare quella galassia di beni ‘minori’ che sono stupendi: penso al Sacro Monte di Varallo Sesia”. Hesa non fa impianti, li importa e li vende insieme agli installatori che fornisce ai clienti. “Oggi in questo campo il problema non è tanto il furto di opere d’arte, quanto il danneggiamento”.

L’AI

Così l’IA aiuta i custodi a sventare situazioni di rischio e correre ai ripari. L’algoritmo previene, “l’intelligenza artificiale gioca un ruolo essenziale nel nostro comparto. Ma non toglie posti di lavoro, ne crea”. “Con l’ateneo pavese – aggiunge l’ad – ci siamo concentrati sulla protezione dei monumenti, corso post laurea con competenze assortite da quelle giuridiche al marketing e ora le nostre. Quelle targate Hesa sono le prime lezioni accademiche di sicurezza nel campo”.