
La protesta dei lavoratori di Grancasa: in Lombardia sono complessivamente 297
Gerenzano, 3 aprile - Un piano industriale che dia delle risposte a una situazione che, col passare dei mesi, si sta facendo sempre più difficile. È quello che chiedono i lavoratori di Grancasa. Un gruppo di questi - in special modo le lavoratrici rientrare nel gruppo dopo la fallimentare esperienza della terziarizzazione della linea bimbo alla Nuova Paniate con negozi a Legnano, Nerviano, Gerenzano e Pero - ieri mattina si è ritrovato sotto la sede del gruppo, ottenendo un incontro con la proprietà. Queste lavoratrici da quando sono rientrate in Grancasa, a metà dicembre, sono in cassa e zero ore e a loro non è nemmeno concessa la rotazione con gli altri dipendenti in cassa. "Nonostante il Governo abbia stanziato altre 28 settimane di cassa integrazione l’azienda ha fatto sapere che la cassa sarà operativa dal 12 aprile. Chi copre questi undici giorni per lavoratori che non hanno più ferie e permessi da godere?" si chiede Fabio Toriello il sindacalista della Filcams Ticino-Olona che ha guidato la delegazione all’incontro con la proprietà.
Sul tavolo anche la questione della tredicesima mensilità dell’anno passato, peraltro decurtata dai mesi non lavorati, pagata solo al sedici per cento il 31 marzo. "Purtroppo ci hanno detto che l’azienda ha una grossa difficoltà con le liquidità, che ha una perdita molto marcata che si ripercuote nel tempo e che prima della definizione del piano industriale non ci saranno novità". Tra i lavoratori di Gran Casa emerge una grande incertezza per il futuro. La società ha chiuso la sede di Perugia senza alcun preavviso. In tutta Italia i lavoratori Grancasa sono 355, di cui 297 in Lombardia (una settantina nel polo legnanese con i punti vendita di Legnano e Nerviano). Filcams Cgil e Uiltucs hanno presentato una richiesta di incontro con la Quarta Commissione di Regione Lombardia proprio per affrontare nel dettaglio le questioni relative alle sedi lombarde della società.