Caso Gianetti: arrivano le prime lettere di licenziamento

Recapitati anche undici trasferimenti nella sede di Carpenedolo (Brescia): c’è chi dovrà fare 160 chilometri per arrivarci

Gianetti

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Ceriano Laghetto (Monza e Brianza) - Dal Tribunale di Firenze è arrivata ieri a metà mattina la notizia che ha riacceso la speranza al presidio dei lavoratori della Gianetti Ruote: illegittima la procedura di licenziamento alla Gkn di Campi Bisenzio, che è praticamente la stessa utilizzata a Ceriano. Qui invece sono arrivate, come atteso, le prime lettere che formalizzano i licenziamenti o i trasferimenti. "Questa fabbrica non riaprirà, ne siamo ormai convinti, ma almeno possiamo sperare che chi agisce violando le leggi prima o poi venga chiamato a risponderne" -commentavano i lavoratori dello stabilimento di ruote che ha fornito per anni marchi celebri come Harly Davidson o Volvo.

Sulla loro vicenda dovrà esprimersi il Tribunale di Monza, che ha già rinviato due volte la decisione, fissando la nuova data al prossimo 5 ottobre, cioè fuori dal periodo dei 75 giorni necessari per far partire l’invio delle lettere di licenziamento. A Firenze invece la sentenza, per una causa avviata dopo, è arrivata a due giorni dal termine. A Ceriano, dove il termine è scaduto venerdì, sono state ricevute le prime lettere, come facilmente pronosticato durante l’assemblea sindacale di sabato: al momento si contano 2 di licenziamenti e 11 lettere di trasferimento a Carpenedolo (Bs) sede dell’altro stabilimento Gianetti Fad Wheel, riunito in un’unica azienda con l’acquisizione del 2019.

Tra i «trasferiti» vi sono anche situazioni paradossali, come un lavoratore che ha maturato i requisiti per andare in pensione alla fine dell’anno e un altro che già faceva 30 km per venire a lavorare a Ceriano e ne dovrebbe aggiungere altri 130 per raggiungere la nuova sede di lavoro. «Questa è l’ennesima dimostrazione che siamo di fronte ad un imprenditore che agisce senza una logica e una disponibilità al confronto ma solo per mettere in difficoltà i lavoratori", dice Vittorio Sarti, segretario di Milano e Monza e Brianza della Uilm, che sulla vicenda Gkn aggiunge: "Siamo molto contenti innanzitutto per i lavoratori di quell’azienda che vedono riconosciuti i loro diritti e revocata una procedura illegittima, ma anche per la nostra vertenza di Gianetti, che molto simile a quella di Gkn". Nel ricorso presentato dai sindacati contro Gkn, che ha ripetuto a distanza di soli 6 giorni quel che è accaduto a Gianetti, ovvero un annuncio di chiusura stabilimento improvviso, comunicato a mezzo mail si contestava infatti di "aver omesso le procedure di consultazione e confronto previste dal Ccnl aziende metalmeccaniche, nonché da specifici accordi sindacali, aver compiuto una serrata offensiva collocando tutti i dipendenti in ferie/permesso o aspettativa retribuita e aver iniziato la procedura di licenziamento collettivo senza il preventivo ricorso agli ammortizzatori sociali, in violazione dell’avviso comune del 29 giugno 2021".

Proprio quel che è accaduto il 3 luglio ai 152 lavoratori di Ceriano Laghetto. Per questo ieri mattina al presidio davanti alla Gianetti c’era una certa soddisfazione. Intanto, dai sindacati, si annunciava anche l’immediata impugnazione con ricorso in Tribunale per tutte le lettere di licenziamento e trasferimento in arrivo in questi giorni. La Gianetti non riaprirà, ma la battaglia sarà ancora lunga.