MARTA MIRCALLA PRANDELLI
Economia

Le colline bresciane e la crisi del tessile: "Rinati con il vino"

La decrescita industriale si trasforma in opportunità di rilancio: "Turismo, enogastronomia e paesaggio ora spingono il pil"

Una cantina in Franciacorta

Una cantina in Franciacorta

La Franciacorta è, da sempre, un luogo strategico per l’economia bresciana. Se nel passato era terra di mulini e "filatogli" è poi diventata patria di industrie tessili e centrali idroelettriche grazie alla presenza del fiume Oglio. Dalla capacità di produrre energia si è sviluppata l’industria pesante e, più recentemente, quasi per contrasto, la vitivinicoltura, che è andata ad arricchire l’antica vocazione agricola dell’area grande oltre 200 chilometri quadrati, fatta di colline delimitate da un lato dal corso d’acqua più importante del Bresciano, dall’altro dal lago d’Iseo e ancora dall’hinterland di Brescia e poi dall’inizio della grande pianura. Viticoltura significa oggi turismo, in particolare d’élite. Grandi resort di campagna e agriturismi, che offrono la possibilità di entrare in contatto con la natura. Attualmente le aziende del settore tessile in Franciacorta sono 43. Il loro calo, nel tempo, è stato esponenziale.

Fino a una trentina di anni fa erano oltre cento e ad esse si collegavano decine e decine di piccoli laboratori che in gergo erano chiamati "camicerie", dove si realizzavano, in realtà, abiti in serie, anche per le grandi marche. Oggi i prodotti realizzati dalle aziende sono cotone, nastri, stoffe e reti, tra cui quelle usate per la pesca e per il calcio oltre a ricami e altri oggetti di nicchia e di altissima qualità. La vera capitale dei filati è Capriolo, grazie alla presenza del fiume, dove furono costruiti i primi "filatogli" con mulino nel XVII secolo. Dall’epoca delle filande, alle pale dei mulini, convertiti negli anni in centrali idroelettriche. Il cotonificio Niggeler & Kupfer, una delle prime fabbriche a fornire asili e scuole aziendali, nel 1883, con la dinamo Tecnomasio fece arrivare la luce elettrica che accese le prime lampadine della provincia. Sette anni dopo, venne realizzata la rete di illuminazione pubblica.

Se il passato fu glorioso, rapido è stato il tracollo. Pochi sono rimasti a rappresentare, anche se egregiamente, il settore. Nella zona di Provaglio d’Iseo, fabbriche ancora lavorano ad Adro, Gussago, Cellatica, Monticelli Brusati. È invece l’industria pesante a fare ancora oggi da padrona, con colossi come la Metra o la Streparava. Un calo fisiologico è venuto con il Covid, ma ora il settore pare essere in ripresa. La fama del territorio arriva però dopo e non passa dai corridoi rugginosi della meccanica pesante. La Franciacorta diventa un brand solo per il vino: qui si producono le bollicine più famose d’Italia, la cui paternità spetta all’enologo Franco Ziliani, scomparso di recente e titolare dell’azienda Guido Berlucchi, oggi gestita dai figli a Borgonato di Corte Franca.

Diciannove i paesi d’oro, dove lo spumante italiano nasce ogni anno: Capriolo, Paratico, Adro, Iseo, Corte Franca, Provaglio d’Iseo, Minticelli Brusati, Ome, Passirano, Rodengo Saiano, Paderno Franciacorta, Gussago, Cellatica, una piccolissima parte di Brescia, Rovato, Coccaglio, Cologne ed Erbusco. Le cantine associate al consorzio di tutela, che ha sede proprio a Erbusco ed è presieduto da Silvano Brescianini, oggi conta 122 cantine associate. Quando nacque, nel 1990, il 5 marzo, i soci erano appena 29. La Docg risale al 1995. Gli ettari coltivati a vite sono oggi oltre 3mila. L’80% è rappresentato dallo Chardonnay, il 16,7% dal pinot nero, il 3% dal pinot bianco e lo 0,3% dall’erbamat, un vitigno autoctono. Nel 2022 sono stati venduti 22 milioni di bottiglie cui l’11,5% è andato all’estero.

«Custode del metodo Franciacorta, il Consorzio di Tutela – spiegano il vertice dell’ente – svolge un lavoro che si articola in diverse attività: dalla tutela del marchio e del territorio, alla valorizzazione del prodotto attraverso un continuo lavoro sul disciplinare; dall’informazione al consumatore fino alla promozione del Franciacorta quale espressione di un territorio, di un vino e di un metodo di produzione. I soci sono 200, tra viticoltori, vinificatori, imbottigliatori e membri della filiera produttiva delle denominazioni Franciacorta Docg, Curtefranca Doc e Sebino Igt. Un logo inconfondibile, la effe merlata, contraddistingue i suoi vini richiamando le antiche torri medievali caratteristiche dei nostri 19 comuni".

Il Consorzio per la tutela del Franciacorta, oltre a fornire servizi agli associati organizza grandi eventi come Il Festival del Franciacorta, sia nel territorio sia in giro per l’Italia e il mondo. Partecipa ai più importanti eventi fieristici mondiali. Nel territorio è attiva anche l’associazione Strada del Franciacorta, nata nel 2000, attualmente presieduta da Camilla Alberti. Riunisce 230 soci tra cui trattorie, osterie, guide turistiche, ristoranti, bed and breakfast, golf, tour operator ed enti pubblici e privati, e si propone come punto di riferimento per i turisti, per i tour operator e le agenzie di viaggio.

Recentemente è pure stata creata una realtà istituzionale, l’associazione Terra della Franciacorta, rappresentata da Francesco Pasini Inverardi e di cui fanno parte tutti i comuni del territorio. Anche alcune associazioni si occupano di Franciacorta, come In Vino Veritas di Mariuccia Ambrosini, che ha inventato i "Viaggi con il Franciacorta", ovvero vacanze e crociere dove vengono serviti diversi tipi di Franciacorta. Organizza anche i premio Nazionale Franciacorta, in cui premia scrittori, e il Cenacolo culturale a castello Orlando, che consegna riconoscimenti a giornalisti, registi, scrittori e blogger che fanno conoscere questo angolo di paradiso.