Cashback sospeso, quanto risparmia lo Stato e perché litigano i politici

Il programma di rimborsi si ferma al 30 giugno. I commercianti: "Meglio azzerare le commissioni dei pagamenti elettronici"

Pagamenti elettronici

Pagamenti elettronici

L'operazione Cashback si ferma il 30 giugno. Il programma dei rimborsi di Stato termina quindi con il pagamento delle somme accumulate grazie alle transazioni effettuate con carte di debito e credito e con il "super premio" da 1.500 euro destinato ai maggiori utilizzatori. La cabina di regia guidata dal premier Draghi ha deciso, anche un po' a sorpresa, di sospendere il meccanismo introdotto dal governo Conte per incoraggiare i pagamenti elettronici nei negozi, escludendo quindi lo shopping online, e contrastare così l'evasione fiscale. Secondo una prima stima, la scelta del governo comporterebbe un risparmio di 3 miliardi entro il 2022. 

Come funziona il cashback

"Meglio azzerare le commissioni"

Il caso ha scatenato una bufera politica. Ma anche le associazioni di categoria sono intervenute sull'argomento. Il Codacons, ad esempio, tira le somme e fa sapere che la misura ha avuto finora scarso successo visto che soltanto il 14,8% dei cittadini, circa 8,9 milioni di persone, ha aderito al programma per il rimborso delle spese effettuate con pagamenti elettronici. Meglio azzerare le commissioni, suggeriscono i commercianti, e utilizzare le risorse avanzate per alleggerire le spese pagate sulle transazioni. Confesercenti fa osservare che "il cashback avrebbe dovuto dare una spinta ai consumi e alla moneta elettronica, ma non ha ottenuto grandi risultati". E invece se l'obiettivo è quello di aumentare l'utilizzo di carte e bancomat, spiega la confederazione, "riteniamo sia più efficace un taglio delle commissioni, almeno per le piccole transazioni. Un fronte su cui si potrebbero investire le risorse allocate che non verranno più utilizzate".

Stop definitivo?

Nel dettaglio, il programma cashback offre un rimborso fino a 150 euro in 6 mesi a chi fa pagamenti digitali, più un bonus di 1.500 euro a chi ha effettuato il maggior numero di acquisti: l'orientamento del governo riguarda la sospensione per almeno 6 mesi a conclusione del primo semestre di attività. La decisione della cabina di regia del Governo è di interrompere il programma e rivenderne i meccanismi. Il nodo è proprio questo: mettere per sempre in naftalina il cashback e riproporlo magari con criteri più stringenti o dirgli definitivamente addio? Quel che è certo è che per l'intero 2021 il costo del cashback per lo Stato sarebbe stato di 1,75 miliardi per rimborsi e copertura delle spese. Ma in totale i risparmi ammonterebbero a 3 miliardi.

Maggioranza spaccata

Maggioranza divisa sul cashback. "La sospensione del cashback è un errore, l'ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione", scrive su Twitter il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli (Movimento 5 Stelle). Gli fa eco Michele Bordo del Pd: "Una cosa è correggere ciò che non ha funzionato del meccanismo, altra cosa è fermare il programma. Il cashback ha consentito in questi mesi un maggiore utilizzo della moneta elettronica, un migliore tracciamento dei pagamenti, la riduzione del nero e dell'evasione fiscale".

Parere opposto per quanto riguarda Forza Italia: "Una decisione di buonsenso e il nostro auspicio è che si tratti di uno stop definitivo: una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici. E pensare che il governo Conte lo aveva perfino inserito nel Pnrr nonostante la Banca centrale europea, oltre che le associazioni dei commercianti, avesse espresso critiche molto circostanziate. Col super premio di fine giugno calerà dunque il sipario sul cashback", scrive la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini. La sospensione del cashback "l'abbiamo chiesta come Lega perché ogni miliardo di euro secondo noi va reinvestito in lavoro e in sostegno alle imprese. L'idea della lotteria di Capodanno a chi fa la spesa con il bancomat o con la carta di credito non è l'idea di Paese che ho in testa. Ognuno deve essere libero di fare la spesa pagando come e dove vuole", le parole del leader della lega Matteo Salvini, a margine di una conferenza stampa a Bologna.