Caro bollette: tutti i rincari. Ecco come il Governo vuol ridurre i costi di energia e gas

Gli aumenti rischiano di costare oltre 1000 euro nelle bollette delle famiglie. Ma sarà una mazzata anche per le imprese e cresceranno i prezzi dei prodotti

Roma, 19 gennaio 2022 - Aumentano elettricità e gas. Una stangata che potrebbe costare mediamente 1000 euro a famiglia in un anno. Per questo il governo, dopo aver introdotto degli interventi per mitigare l'aumento delle bollette a fine 2021, pensa (pressato da più parti da maggioranza e minoranza) di utilizzare nuovi fondi per i primi mesi del 2022. Un problema che non riguarda solo le famiglie ma anche le aziende che vedono crescere enormenente i costi di produzione (tanto che alcune piccole e medie aziende hanno iniziato a lavorare la domenica quando i costi dell'energia sono inferiori).

Il vertice di maggioranza

Sullo shock-prezzi dell'energia la regia è a Palazzo Chigi, con una riunione di due ore e mezza dal premier Mario Draghi - con i titolari dell'Economia Daniele Franco, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, della Transizione ecologica Roberto Cingolani - alla vigilia del Consiglio dei Ministri da cui è atteso un primo passo del Governo, da circa un miliardo e mezzo di euro ricorrendo ai proventi delle aste di CO2 e con la cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema che valgono 2,5 miliardi.

Piano da quattro miliardi

In totale 4 miliardi senza fare scostamenti del deficit. Non dovrebbe esserci nessun intervento sugli extra-profitti delle aziende energetiche, ipotesi rilanciata dalla viceministro dello Sviluppo Alessandra Todde (M5s) delicata per l'impatto sulle società e più difficile da mettere a punto.

Obiettivo finale 10 miliardi all'anno

Sarà comunque l'avvio del percorso, tracciato dal ministro Cingolani già nei giorni scorsi, per arrivare ad un piano a lungo termine di tagli strutturali da almeno 10 miliardi l'anno. In serata le possibili misure  sono ancora al vaglio dei tecnici.

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Il grido d'allarme delle imprese

Confindustria avverte: «Non è possibile rinviare le decisioni, serve un atto di coraggio. Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania». «La situazione è drammatica». L'associazione degli industriali «valuta positivamente» la riunione voluta dal ministro Giancarlo Giorgetti (a cui ha partecipato con anche le associazioni di via dell'Astronomia dei settore energivori, e con la Confapi) ma insiste nel chiedere «una task force» coordinata dalla Presidenza del Consiglio, sottolineando che le proposte che ha illustrato al Mise sono da «condividere necessariamente in un tavolo interministeriale presso Palazzo Chigi».

La politica

La partita non è solo tecnica ma anche politica, con la Lega che pressa il Governo di cui fa parte: Matteo Salvini ringrazia «il ministro Giorgetti che ha convocato la riunione» e dice che «è necessario che il governo intervenga al più presto, servono almeno 30 miliardi». «È auspicabile l'apertura di un tavolo anche a Palazzo Chigi - aggiunge - Famiglie, artigiani e imprese hanno bisogno di risposte rapide».

Ma il tema è 'caldo' per tutti i partiti, tanto che prima del Cdm potrebbe esserci una cabina di regia con tutta la maggioranza. C'è malumore tra le associazioni di imprese non convocate all'incontro con il ministro dello Sviluppo, dalle piccole imprese agli artigiani ed alle coop. «Il tema del caro- energia rappresenta una problematica comune a tutto il sistema produttivo»; «riguarda tutti gli attori», sottolineano in una lettera a Giancarlo Giorgetti i presidenti di Confartigianato, Cna e Casartigiani: ribadiscono preoccupazioni, proposte e specificità di pmi e artigiani, considerando «necessario che anche il mondo della piccola impresa partecipi al confronto in atto».

Gli aumenti nel settore commercio

Tutti fanno i conti. Confcommercio parla di rincari pari al 76% per il terziario, per un totale di 20 miliardi. Alleanza delle Cooperative, stima «un aumento di oltre 80 miliardi» per la bolletta 2022 di famiglie e imprese, e auspica di poter «rappresentare al meglio le proprie proposte» al Governo, «ad un tavolo interministeriale».

Meno consumi più paghi

Sul fronte delle pmi, come sottolinea Confartigianato, c'è da sciogliere «l'assurdo meccanismo 'meno consumi, più paghi': i piccoli imprenditori sono penalizzati da una distribuzione iniqua» degli oneri parafiscali oneri «che finanziano per il 49%, 4,7 miliardi di euro».

Non solo caro bollette, anche ristori

Sul tavolo del Consiglio dei Ministri anche nuovi ristori per le attività economiche penalizzate dalle restrizioni anti-Covid: «Ci auguriamo - dice per il settore il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia - una risposta abbastanza seria e completa a una serie di misure che abbiamo richiesto: la proroga della cig Covid, il credito d'imposta per la locazione degli immobili, l'esenzione del versamento della prima rata dell'Imu, la proroga delle misure di sostegno finanziario per le imprese, la decontribuzione per chi rientra dalla Cig e l'incremento del fondo che abbiamo a bilancio».

Piccole aziende più spremute delle grandi

"Il caro energia sta colpendo indistintamente tutte le imprese, anche se le piccole, ben prima degli aumenti boom registrati negli ultimi mesi, subiscono un trattamento di "sfavore" rispetto alle grandi realtà produttive". Lo dichiara la Cgia di Mestre. Secondo gli ultimi dati Eurostat relativi al primo semestre 2021, infatti, le piccole aziende pagano l'energia elettrica il 75,6 per cento e il gas addirittura il 133,5 per cento in più delle grandi. Questo differenziale, a scapito dei piccoli, colpisce anche le realtà di pari dimensioni presenti nel resto d'Europa, sebbene negli altri Paesi questo gap sia più contenuto del nostro. Se ancora ce ne fosse bisogno, questa è un'ulteriore dimostrazione che il nostro Paese non è a misura di piccole imprese. Sebbene queste ultime costituiscono oltre il 99 per cento delle aziende presenti in Italia, diano lavoro ad oltre il 60 per cento degli addetti del settore privato e siano la componente caratterizzante il made in Italy nel mondo, continuano ad essere ingiustificatamente discriminate.

Mix fatale con la pandemia

Secondo una valutazione dell'Ufficio studi di Confesercenti, la recrudescenza dalla pandemia e gli aumenti di merci e servizi che si abbattono sulle  famiglie mettono a rischio oltre mezzo miliardo di consumi in Piemonte nel primo trimestre 2022, per minori acquisti, ridotta frequentazione di bar e ristoranti, mancanza di turisti: una recente indagine Ipsos per Confesercenti rivela che il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali; il 32% ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti. 

Crollo dei consumi nei negozi

Una stangata che farebbe tornare i consumi ai livelli del secondo trimestre dello scorso anno, cancellando di fatto tutta la ripresa maturata nella seconda parte del 2021 e spostando dalla fine del 2023 all'inizio del 2024 il recupero dei livelli pre-pandemici. Insomma: fra crisi di consumi, che picchia di nuovo forte da un mese a questa parte, e aumenti dell'energia il commercio rischia la tempesta perfetta.