Le avvocate superano gli avvocati. Ma uomini ancora (molto) più ricchi

Sorpasso in Lombardia delle toghe rosa, ma il divario di genere resta: redditi inferiori del 39,8%

Avvocati (archivio)

Avvocati (archivio)

Milano, 7 settembre 2022 - Più avvocate che avvocati. Al Nord c’è stato il sorpasso: ora le donne rappresentano la quota di maggioranza con il 51,1% (fonte Cassa di previdenza e assistenza forense, dati 2021 rielaborati dallo studio Martinez & Novebaci). Nel resto del Paese, invece, la crescita esponenziale delle toghe rosa è stata fermata dalla pandemia. "Nel 2021 il loro numero è diminuito di 2.300 unità rispetto all’anno precedente, mentre quello dei loro colleghi uomini, nello stesso periodo, è sceso "soltanto" di 891 unità. Una dimostrazione del fatto che sono state le professioniste ad essere le più colpite dall’impatto dell’emergenza Covid-19, soprattutto nella gestione dei figli o di altri familiari fragili" spiega Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa.

Nel 1985 le donne avvocato in Italia erano 3.450, il 9,3% del totale. Nel 2021 hanno toccato quota 115.250, il 47,7% (-1,3%) rispetto all’anno della pandemia. In Lombardia nei due distretti giudiziari di Milano - Corte d’appello competente per le Procure di Busto Arsizio, Varese Como, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia e Sondrio - e di Brescia (Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona) sono iscritti alla Cassa forense 35.035 legali: 18.122 donne, 16.913 uomini. Nell’area di competenza della Corte d’appello di Brescia le avvocate sono il 52,4%: il record è di Cremona con il 53,7%, seguita da Mantova (53,6%). Mentre Bergamo con il 51,3% ha la concentrazione più bassa.

Nel distretto della Corte d’appello di Milano l’incidenza femminile è del 51,6%. Busto Arsizio, con il 61,7%, è ai vertici nazionali tra gli Ordini con più toghe rosa. Seguono Lecco (57,4%), Monza (56,7%), Lodi (56,5%), Varese (55,3%), Pavia (54,6%), Sondrio (54,5%) e Como (51,8%). L’unico circondario dove prevalgono ancora gli avvocati è Milano: 10.659 uomini e 10.637 donne. "La rappresentanza femminile è cresciuta forte della specializzazione in particolare nel diritto di famiglia e minorile: anche a livello nazionale entro 2-3 anni assisteremo al sorpasso, come già accaduto in Lombardia – assicura Martinez –. La corsa rosa è già ripresa e alla facoltà di giurisprudenza ci sono sempre più studentesse".

Ciò che resta, invece, è il divario economico. La Lombardia è la regione dove le donne avvocato hanno il reddito medio più elevato (38.732 euro), ma la differenza rispetto alle toghe maschili (97.387 euro) è consistente: -39,8%. "Incide – spiega il presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa – il fatto che negli ultimi decenni si siano moltiplicati gli studi: la maggior parte è stata fondata da un avvocato uomo". La differenza di genere tra i compensi, unita alla crescita consistente della componente femminile, ha avuto come effetto una "curva" delle dichiarazioni Irpef altalenante.

Dai redditi medi ai fini Irpef degli iscritti alla Cassa forense, emerge un calo tra il 2019 e il 2020 del 4% nel distretto di Milano e dell’8,5% in quello di Brescia. Il circondario di Milano è quello che ha sofferto meno e che presenta i redditi medi più elevati: 84.636 euro. Ma anche per gli avvocati dell’Ordine milanese la variazione tra le dichiarazioni Irpef 2019 e 2020 è negativa: -3%. Crolli a due cifre a Varese (-13%), l’area con il valore medio più basso (35.915 euro, 4mila in meno del 2013), Pavia (-13,8%), Lecco (-11,3%), Monza (-10,7%) e Como (-10,4%). Nel distretto di Brescia, cali sensibili a Cremona (-10,7%) e Bergamo (-10%), il circondario con il reddito più alto (44.612 euro).