FABRIZIO PONCIROLI
Cultura e Spettacoli

Vince Tempera, Goldrake e i 5 milioni di dischi: "Cambiai la sigla perché guerrafondaia"

Il maestro milanese “Vince“ svela come riscrisse il brano giapponese perché non gradito dalla Rai: "Se non avessi avuto quel travolgente successo? Sarei finito al banco dell’ortofrutta con mio padre..."

Vince Tempera

Milano, 23 novembre 2024 – Domani, nel Fantasticon Film Fest, la sezione cinema di Milan Games Week & Cartoomics, verrà trasmessa la prima puntata di Grendizer U, il reboot di Goldrake su Rai1 il 6 gennaio. All’evento sarà presente Vince Tempera, autore della sigla del cartone animato originale, a cui verrà consegnato il Lifetime Achievement Award FFF per la sua carriera di compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra.

Vince Tempera, come nasce la sua passione per la musica?

"Dai miei genitori. Anche se facevano altri mestieri, l’amavano. Mio padre adorava l’opera, mia madre il ballo anni ‘30/’40. All’età di sei anni mi hanno mandato a lezione di pianoforte. Così se fosse andata male con la scuola, magari ci sarebbe stata la musica…".

Lei è nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Non avesse avuto successo nella musica, cosa avrebbe fatto?

"Allora non è che si potesse scegliere. Mio padre aveva un bancone di ortofrutta al mercato. Sarei andato a lavorare con lui".

Invece si è distinto alla grande nella musica…

"Sì, diciamo che sono stato anche fortunato a trovarmi nel posto giusto al momento giusto".

Come nel caso dell’iconica sigla italiana di Goldrake?

"Eravamo in un corridoio della Fonit Cetra. Io e Luigi Albertelli (il co-autore della sigla, ndr) stavamo aspettando un cantautore in ritardo. Nel mentre, veniamo informati che la Rai ha comprato i diritti di Goldrake e che serve, immediatamente, una sigla iniziale perché quella originale non va bene".

Come mai? Cosa aveva di sbagliato la sigla giapponese?

"Era molto, diciamo così, guerrafondaia, stalinista per certi versi. Sa, i giapponesi, soprattutto allora, erano molto schematici. Ci hanno chiesto di cambiarla. Dopo l’ok del rappresentante francese che era in contatto con i giapponesi, io e Luigi siamo andati alla sede Rai di Milano per vedere un episodio, in bianco e nero, di Goldrake. Abbiamo capito che era un’eterna guerra tra il Bene e il Male e che era un robottone molto particolare. Abbiamo realizzato la sigla non solo per un pubblico di bambini, sapevamo che l’avrebbero visto con la mamma".

Una sigla che tutti conoscono e che, ancora oggi, viene ballata ovunque…

"Non si aspettava nessuno un successo simile. Con quella sigla e tutte le successive - come quelle di Daitarn III, Capitan Harlock e altre - abbiamo dato il via ad un nuovo genere musicale. Pensi che, in pochissimi anni, abbiamo venduto più di cinque milioni di 45 giri. Io e Luigi abbiamo vinto il Disco d’Oro ma d’oro per davvero… Tuttavia, la più grande soddisfazione non sono state le copie vendute ma il fatto che quella sigla è diventata popolarissima e che, ancor oggi, tutti ricordano e ballano".

Ora Goldrake torna con un reboot e lei verrà premiato domenica…

"Così mi hanno detto (ride, ndr)…Sono molto contento, fa sempre piacere ricevere premi. Sono curioso di vedere come andrà. Ho sempre pensato che la musica sia importantissima ma che si dia, ormai, molta più importanza ai testi. Orgoglioso che tanti miei lavori siano rimasti nell’immaginario collettivo".

Pure Quentin Tarantino ha "pescato" dal suo lavoro…

"Vero. Nel 1977 ho lavorato alla colonna sonora di “Sette note in nero“, film diretto da Lucio Fulci. Quentin Tarantino, quasi 30 anni dopo, per “Kill Bill Vol. 1“ ha usato il brano portante del film di Fulci. Dice di aver trovato il disco in un mercatino e di essersi innamorato del brano. Come dico sempre, a volte serve un pizzico di fortuna e casualità".