DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Storie e poesia nell’ex Paolo Pini

I segni indelebili della propria storia. Così lontana, così vicina. E l’orizzonte aperto (coloratissimo) legato invece oggi all’arte, al...

I segni indelebili della propria storia. Così lontana, così vicina. E l’orizzonte aperto (coloratissimo) legato invece oggi all’arte, al...

I segni indelebili della propria storia. Così lontana, così vicina. E l’orizzonte aperto (coloratissimo) legato invece oggi all’arte, al...

I segni indelebili della propria storia. Così lontana, così vicina. E l’orizzonte aperto (coloratissimo) legato invece oggi all’arte, al teatro, alle residenze, al lavoro. Circondati da un parco dove è sempre un po’ speciale perdersi e giocare. L’ex Paolo Pini è diventato così un luogo stratificato, dove convivono tracce differenti. E forse per questo è fra gli indirizzi più belli per darsi appuntamento mentre si avvicina l’estate. Chiaramente con la scusa di seguire “Da vicino nessuno è normale“, il Festival di Olinda diretto da Rosita Volani, quest’anno alla trentunesima edizione. Un mese di teatro. Ma non solo. In programma dal 30 maggio al 2 luglio in via Ippocrate.

"“Da vicino nessuno è normale“ nasce nel 1997 – sottolinea Volani –, nel pieno del processo di chiusura e riconversione dell’ex Ospedale Psichiatrico. La frase del titolo campeggia all’ingresso del festival ed è per noi tema costante della programmazione, che sancisce la fine del ghetto. La scelta del teatro come strumento di dialogo con la città, ha permesso di dare nuova vita al luogo e di attraversare le storie delle persone. Una pratica che ha introdotto la parola poetica, la metafora dei grandi testi, l’emozione collettiva, restituendo il senso di comunità. Perché in teatro il risultato è importante quanto il processo, un paradigma che ribalta il lavoro che solitamente si svolge nei luoghi del disagio. Quel disagio che non volevamo, e non vogliamo celebrare".

Spazio al cartellone. Quasi ogni sera c’è la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo. O magari di farsi solo un paio di birre al ristorante Jodok. Venerdì prossimo si inzia con “Il paese dove non si muore mai“, un Calvino firmato Albe di Ravenna e Teatro Caverna, per la regia di Alessandro Argnani e Damiano Grasselli. Ci si sposta poi al Museo del Novecento per “Exhibition“, performance itinerante degli habituée Cuocolo Bosetti, seguita dal weekend della grande festa di Radio Popolare. È di nuovo il TeatroLaCucina che il 10 ospita “Controimmagini“, un omaggio a Joseph Beuys firmato da Michelangelo Dalisi e Marco Cacciola. E poi ancora la Shirley Jackson di Milena Costanzo, “Fratelli“ dell’amatissimo Teatro La Ribalta di Antonio Viganò, Tagliarini con "Pairadaëza" (il 21 giugno), la prima nazionale di “Le due foreste“ di Teodoro Bonci del Bene. Info: olinda.org.

Diego Vincenti