MARIA GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Pietari Inkinen, omaggio a Dvorák: "La musica è un ponte fra le culture"

Fra i maggiori direttori europei Pietari Inkinen, finlandese, torna a dirigere I Pomeriggi Musicali al Teatro Dal Verme oggi...

Pietari Inkinen, 45 anni, dirigerà l’orchestra dei Pomeriggi Musicali questa sera alle 20 al Teatro Dal Verme

Pietari Inkinen, 45 anni, dirigerà l’orchestra dei Pomeriggi Musicali questa sera alle 20 al Teatro Dal Verme

Fra i maggiori direttori europei Pietari Inkinen, finlandese, torna a dirigere I Pomeriggi Musicali al Teatro Dal Verme oggi ore 20 e sabato alle 17. Considerato uno dei massimi specialisti di Dvorák a livello internazionale; ha inciso l’integrale delle sinfonie con la Deutsche Radio Philharmonie per SWR Music.

Maestro, perché la Sinfonia del Nuovo Mondo è conosciuta anche da chi non ascolta la classica? "Dvorák aveva un incredibile dono per la melodia, la Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" è piena di temi orecchiabili che risultano familiari. Ha una qualità quasi cinematografica: molti ne hanno ascoltato dei brani in film o senza rendersene conto. Questa accessibilità, unita al fatto che è uno dei più grandi capolavori della storia della musica, la rende attraente a un pubblico molto vasto".

Come leggere o rileggere oggi l’autore ceco? "La musica di Dvorák è profondamente radicata nella tradizione e nel folklore. Durante il suo soggiorno in America, il suo cuore, la sua anima sono sempre rimasti in Boemia; la sua musica è uno sguardo senza tempo sulla cultura ceca. Ogni generazione ha l’opportunità di riscoprire questo legame e il suo genio nel fondere stile e folklore ceco. Il carattere e la bellezza della sua musica sono eterni".

Al centro della sua direzione c’è Wagner. Cosa crede di aver appreso dalla sua musica? "Insegna a pensare sul lungo periodo, la sua musica richiede una visione d’insieme. Si dispiega nell’arco di ore, ogni minimo dettaglio ha un peso. L’arco drammatico e la sua direzione finale, in particolare dove si colloca il climax, sono fondamentali. Da lui ho imparato quanto sia importante avere un piano e una chiara comprensione della struttura drammatica, cruciale in Wagner. A partire dalle mie prime esecuzioni wagneriane circa 15 anni fa, ho sviluppato ulteriormente il mio lavoro con i cantanti".

E’ finlandese, come vede il suo Paese oggi con una guerra alle porte? "Viviamo da tempo accanto a questo immenso vicino, purtroppo l’umanità non vuole imparare dai propri errori. Spero si possa arrivare a una stabilità duratura, non solo lì, ma anche in altre regioni del mondo. Noi facciamo la nostra parte: la musica è una testimonianza di quanto possiamo convivere armoniosamente con altre culture".

Grazia Lissi