Brescia, la Pinacoteca torna alla città

La Leonessa festeggia: ingresso libero per la riapertura della Tosio Martinengo dopo 9 anni

La pinacoteca

La pinacoteca

Brescia, 17 marzo 2018 - Uno scrigno che torna a mostrare i suoi tesori. La Pinacoteca Tosio Martinengo torna ad essere polo d’attrazione culturale nuovamente fruibile, dopo nove anni dalla chiusura. Una riapertura molto sentita, come dimostrano le 8.200 prenotazioni arrivate a Fondazione Brescia Musei per i primi tre giorni di apertura, da oggi fino a lunedì. La gratuità del biglietto non basta a spiegare tanto entusiasmo.

La storia della Pinacoteca è, sin dalle sue origini, una sintesi perfetta del buon rapporto che si può innescare tra pubblico e privato, nel nome dell’arte. Nata nella seconda metà dell’800, grazie alle donazioni dei conti Paolo Tosio e Leopoldo Martinengo da Barco, oggi torna a splendere grazie anche al contributo di tanti mecenati che hanno restaurato una ventina di opere. Comune e Fondazione Cariplo hanno invece sostenuto l’intervento di ristrutturazione per 6,9 milioni di euro e che, pur non essendo ancora concluso, è stato già preso come modello di buone pratiche dalla Regione. «Al progetto di rifunzionalizzazione della Pinacoteca – commenta il direttore di Fondazione Brescia Musei Luigi Di Corato - è seguito un nuovo allestimento delle opere». La collezione, che comprende Raffaello, Foppa, Savoldo, Moretto, Romanino, Lotto, Ceruti, Hayez, Thorvaldsen, Pelagi, Canella e Canova, è distribuita in un percorso espositivo di 21 sale, concepito per restituire al visitatore la complessità del museo e delle sue collezioni mediante una riflessione sulla loro storia e sugli orientamenti critici che ne hanno determinato la fisionomia dal tardo-gotico al primo Ottocento.

Il quadro cronologico comprende anche la prima metà dell’Ottocento, con le grandi commissioni di Paolo Tosio (un esempio per tutti, il maestoso Laocoonte), di Leopardo Martinengo da Barco e di Camillo Brozzoni. Non manca un tocco di contemporaneità, nei colori delle sale, ispirate al progetto che l’artista angloindiano Anish Kapoor aveva pensato per la Pinacoteca bresciana, temporaneamente accantonato. Il cuore è però costituito dalla pittura bresciana del Rinascimento di Vincenzo Foppa, Giovanni Gerolamo Savoldo, Girolamo Romanino e Alessandro Moretto. A questi si affiancano i “pittori della realtà” come Antonio Cifrondi e Giacomo Ceruti, noto come il Pitocchetto, oltre che numerosi dipinti “da cavalletto” dei secoli XVII e XVIII. La pittura è stata inoltre integrata con le arti decorative (oreficerie, avori, smalti) collocate lungo il percorso espositivo.

Dopo i tre giorni gratuiti, dal 21 marzo e fino all’1 luglio sarà disponibile il biglietto unico di ingresso per Pinacoteca, mostra di Tiziano e Museo Diocesano.