"E dopo Lucio, ricomincio... da me e da Milano"

Pierdavide Carone, pupillo di Dalla, dopo nove anni senza album, presenta l’ultimo (“Casa“), live sul palco della Streaming Arena

Una bella immagine di Pierdavide Carone

Una bella immagine di Pierdavide Carone

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Milano Dodici giorni, una vita. Era il 18 febbraio di nove anni fa, Pierdavide Carone incassava con "Nanì" il 5° posto al Festival e ringraziava Dalla, salito a Sanremo per affiancarlo nei panni di direttore d’orchestra. Nemmeno due settimane e, il 1° marzo, Lucio se ne andava con un colpo di teatro dei suoi, ammutolendo un paese intero e scaraventando il pupillo in quel cono d’ombra da cui Pierdavide trova la forza di uscire solo ora con "Casa". Anticipato in radio dal singolo "Buonanotte", il nuovo album guarda già dal titolo alla nuova vita del cantautore romano, ricostruita mattone su mattone proprio qui a Milano. Domani, alle 21.30, anteprima live del disco in rete sul palco della Streaming Arena. Nove anni senza album sono tanti. "La scomparsa di Lucio non solo ha fermato il percorso che stavamo intraprendendo assieme, mi ha fatto pure capire quanto fossi stanco dopo anni di fuoco scanditi da dischi e tour. Per me che sono cresciuto in un paese ‘lento’ come Palagianello, vicino Taranto, un trauma nel trauma. Prima ho scelto io di rallentare, poi ci ha pensato la discografia, cambiando atteggiamento nei miei confronti. Abbiamo risolto il contratto consensualmente, ma intanto se ne sono andati due anni". Poi? "Illudendomi di poter ripetere la formula adottata con Lucio, quella di crescere con al fianco un cantautore/produttore/mentore, mi sono legato contrattualmente ad Alex Britti, ma non sono arrivati i risultati sperati. Abbiamo pubblicato una canzone, ‘Sole per sempre’, che evidentemente non era la migliore per me. Intanto era già il 2016". Cinque anni fa. "Ho deciso di dare un taglio col passato trasferendomi a Milano e ricominciando tutto da capo. Mi sono ammalato e ne sono uscito, poi s’è ammalato mio padre e non ha avuto la mia stessa fortuna. Alla fine, s’è ammalato il mondo intero". Intanto viveva già a Milano. "All’inizio mi sono chiesto cosa ci facessi qua in mezzo alla nebbia. Poi ho scoperto che la città m’assomiglia molto più di quanto immaginassi". Cosa ama di più dello stare al Nord? "L’avere tantissime possibilità, sia per quel che riguarda il lavoro che i rapporti umani, a portata di mano. Soffro, invece, un po’ il poco spazio per quell’improvvisazione verso cui, come tutti i chitarristi, sono naturalmente portato". Sia Dalla che Britti hanno scritto canzoni importanti su Milano. "Pure io l’ho sempre nominata nelle mie canzoni molto più di Roma. Da ‘Mi piaci… ma non troppo’ ad ‘Amore eterno’. Ora mi piacerebbe scriverne una sulla Milano di oggi, sicuramente diversa da quella raccontata sia da Lucio che da Alex. Una Milano opulenta sì, ma un po’ più verde e senza la puzza di smog che ti sembra di respirare nel pezzo di Dalla". Una canzone da regalare? "La vorrei dare a Mina. Oppure a ‘ragazze’ a cui voglio bene come Emma, Annalisa e Alessandra Amoroso".