ENRICO
Cultura e Spettacoli

Mini microfoni e auricolari. Risate assicurate

Beruschi La settimana scorsa ho parlato di microfoni e mi sono fermato su quelli tanto in voga, chiamati auricolari,...

Beruschi La settimana scorsa ho parlato di microfoni e mi sono fermato su quelli tanto in voga, chiamati auricolari,...

Beruschi La settimana scorsa ho parlato di microfoni e mi sono fermato su quelli tanto in voga, chiamati auricolari,...

BeruschiLa settimana scorsa ho parlato di microfoni e mi sono fermato su quelli tanto in voga, chiamati auricolari, che ormai vengono usati da quasi tutti; a me continuano a non piacere e diventano ridicoli in bocca a persone serie, in giacca e cravatta, nei dibattiti televisivi. Ma passiamo oltre, a quelli piccoli e nascosti, usati negli sceneggiati: nessuno li vede, sono discreti, si parla normale, non si deve arrivare all’ultima fila, come in teatro. Volete un aneddoto? Giravamo “Elisa di Rivombrosa”, eravamo nel parco del castello e la bravissima regista Cinzia Th Torrini sceglie i due principali congiurati a fare da quinta per inquadrare una scena campestre: i due erano il Marchese Lello Sorbelloni (cioè il sottoscritto) e il Duca Ottavio Ranieri (Luca Ward), i quali dovevano fare la scena di parlare molto seriamente dei loro problemi.

I due bravi attori erano veramente credibili, solo che, in realtà abbiamo cominciato a dire delle stupidaggini al limite della farsa; la regista ferma tuto, si mette a gridare con tutti gli interpreti e porta ad esempio la serietà e la precisione dei due; poco distante gli addetti all’audio piegati in due dalle risate: che cosa era successo? I nostri microfoni, nascosti, non erano stati spenti e loro avevano sentito tutte le amenità, che ci eravamo raccontati, pur mantenendoci serissimi. Dieci minuti di pausa, hanno spento l’audio e la scena è ripresa, andando a buon fine. Questa è la storia, che però spiega perché molti attori di fiction non sanno portare la voce ed hanno bisogno del microfono in bocca.