PAOLO VERRI
Cultura e Spettacoli

Marcello Dudovich, arte e cinema: in mostra al Mic di Milano i manifesti capolavoro

Un’esposizione di cartelloni d’epoca restaurati e una rassegna di film del periodo d’oro del muto

Marcello Dudovich, arte e cinema. In mostra i manifesti capolavoro

Al Mic un’esposizione di cartelloni d’epoca restaurati e una rassegna di film del periodo d’oro del muto

Milano – Un tratto delicato, essenziale, dove si “respirano“ tendenze Art Nouveau e illustrazione pubblicitaria. Sono le caratteristiche dell’opera di Marcello Dudovich (1878-1962), l’artista triestino di nascita ma milanese d’adozione, a cui Museo Interattivo del Cinema dedica una mostra - “Marcello Dudovich, Unfinished. Cinema, 1915-1933“ - curata da Matteo Pavesi. Un viaggio attraverso una preziosa selezione di manifesti e rarissimi bozzetti dell’era del cinema muto.

La mostra offre un’ampia panoramica sugli autori della prima generazione di cartellonisti, di cui Dudovich fa parte, provengono da esperienze artistiche diverse: pittura, illustrazione (per riviste, giornali e libri), caricatura, scenografia, grafica pubblicitaria per l’opera e il teatro e, soprattutto, dall’esperienza del manifesto pubblicitario che, dal 1888 in poi ha conosciuto in Italia una fortunata e rapida diffusione. Nati nella seconda metà dell’Ottocento, i primi cartellonisti cinematografici italiani si formano in ambienti artistici classici; la maggior parte frequenta le Accademie di Belle Arti ma non sono meno frequenti i casi di formazione autodidatta, magari tramite un percorso più improntato al disegno.

Dei ventisei lavori esposti e restaurati da Cineteca Milano, nove sono attribuibili a Dudovich, tre a Alfredo Ortelli, due a Giovanni Vianello, uno a Tito Corbella, Filippo Omegna ed Enrico Sacchetti mentre i rimanenti non hanno alcun segno distintivo che li possa ricondurre a un autore specifico. Ai bozzetti si aggiungono anche due manifesti dello stesso Marcello Dudovich prestati dalla Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, per i film muti “Piccola ombra“ di Bianca Virginia Camagni e Ugo Falena (1916) e “Severo Torelli“ di Louis Feuillade (1914), e un manifesto proveniente dalla Direzione Regionale Musei Veneto - Museo Collezione Salce Treviso, per il film L’uomo che voglio di “Sam Wood“ (1933).

La mostra è dialoga anche a una rassegna di 16 film internazionali restaurati, realizzati tra il 1919 e il 1929 - il periodo d’oro del cinema muto - che annotano tra i registi celebrità quali Charlie Chaplin, Sergej Ėjzenštejn, David W.Griffith, Fritz Lang, Alfred Hitchcock e Friedrich Wilhem Murnau, solo per citarne alcuni.