
Il pianista Louis Lortie al Dal Verme
Che Louis Lortie sia un pianista unico e speciale lo si sa da tempo, per questo ogni suo concerto è appuntamento imperdibile. Questa sera al Teatro Dal Verme alle 20 e sabato alle 17 il celebre pianista con Illia Ovcharenko, pianista ucraino, eseguirà il “Concerto per due pianoforti n. 10 in Mi bemolle maggiore K365“ di Mozart (1756 – 1791) e, nella seconda parte, il “Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra in Mi bemolle maggiore op. 73 Imperatore“ di Beethoven (1770 – 1827) Lortie sarà al pianoforte e concertatore dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali.
Maestro, perché il Concerto di Mozart e poco eseguito?
"E’ difficile trovare due pianoforti perfetti, anche se l’idea de I Pomeriggi era di farmi suonare con un giovane talento, Ovcharenko, 23 anni. Lo seguo da molto, ha doti particolari, ha vinto il Concorso Internazionale Honens 2022; oggi vive in Germania e non torna da anni in Ucraina".
Mozart e Beethoven.
"L’ascoltatore capirà il cambiamento della musica. In tre decenni Beethoven rivoluziona la scrittura musicale affidando al pianoforte la prima cadenza, Mozart apriva con l’orchestra. Fra loro è passata la Rivoluzione francese, tutto era cambiato; anche oggi stiamo vivendo un cambiamento epocale. Il mondo non è più quello di prima; pensavamo che con il crollo del comunismo saremmo stati in pace e, invece, siamo devastati da conflitti internazionali, da una politica fine a sé stessa e mai al servizio dell’umanità".
Come nasce il suo amore per l’Italia?
"Nel 1984 ho vinto il premio Busoni e ho tenuto nel vostro Paese 40 concerti: dalle Dolomiti alle Isole, alle grandi città. Avevo comprato una macchina di seconda mano pagandola un milione di lire, una Fiat 131 che consumava tanta benzina, con quella ho visitato ogni luogo italiano raggiungibile. Ho lasciato Montreal per trasferirmi sul Lago di Como, però ogni volta mi esibisco a Firenze, Padova, Palermo o altre città mi chiedo: "E se mi trasferissi qui?".
E per Milano?
"Mi hanno invitato molte volte a suonare, conosco tantissimi milanesi. Vi suono anche tre volte l’anno, ormai faccio parte dell’arredo della città".
Grazia Lissi