
Gabriele Medeot storyteller musicale e musicista professionista da 30 anni
Se gli anni Ottanta hanno cambiato tutto, Bob Geldof col più visionario dei suoi concerti ha cambiato gli anni Ottanta. E sono proprio gli echi, i ricordi, le passioni virate dal tempo di quell’impresa a prendere forma nelle 240 pagine di "Live Aid - Il suono di un’era", volume che l’autore Gabriele Medeot presenta martedì prossimo alle 19 all’Hard Rock Café di via Dante. Un viaggio a ritroso, nel quarantennale del mega-evento, dedicato a chi c’era, ma soprattutto a chi (ancora) non c’era.
La maratona "faticosa, ma molto emozionante" come ricorda il giornalista Franco Zanetti nella sua prefazione, offre a Medeot l’opportunità di riproporne alcuni momenti al pianoforte accompagnato dalla cantante Laura Panetta.
L’idea del concerto fu originata da quella del singolo di beneficenza "Do they know it’s Christmas" a sostegno delle popolazioni africane affamate dalla carestia, forma di solidarietà irreplicabile perché la musica nell’era dello streaming offre introiti infinitamente più bassi a quelli di allora; l’evento live, coi diritti di diffusione connessi, avrebbe invece ancora una sua attualità. "Non so, però, se oggi la gente sarebbe pronta a sostenere concretamente una iniziativa del genere" ammette Medeot, musicista, speaker radiofonico e divulgatore culturale con oltre 24mila iscritti al suo canale YouTube.
"Il mondo mi sembra più egoista che negli anni Ottanta e questo è uno dei motivi che m’ha spinto a scrivere il libro, ovvero tornare a dare attenzione ai concetti di solidarietà e altruismo, perché non rimangano qualcosa di vago e vacuo".
"Ecco perché a Geldof oggi – ragiona – chiederei (il 16 luglio Medeot presenta il libro a Pordenone prima che il cantante irlandese vada in scena coi suoi Boomtown Rats, ndr) se di questi tempi troverebbe ancora lo scopo, la voglia, la determinazione e l’energia per un progetto del genere".
An.Spi.