Milano, 17 novembre 2020 - Attraverso la poesia possiamo guardare al mondo con un filtro realistico e al contempo protetto: perché è un linguaggio che ci spinge in avanti ma con cura; o meglio ci accompagna con la leggiadria della grazia e la potenza dell’energia. Ed è proprio di questi due elementi che si compone la prima raccolta di Maria Sole Sanasi d’Arpe, giovane autrice esordiente de L’incoscienza sensibile, edito da Passigli, la collana fondata dal grande Mario Luzi.
La prefazione di questo piccolo brillante – in tutti i sensi del termine – è firmata dal filosofo Massimo Cacciari che ne disegna un ritratto accurato, lungo, intenso e ce lo presenta come qualcuno di cui aver cura, da trattare con attenzione; come qualcosa di estremamente prezioso, come un neonato che s’affaccia alla vita: fragile e insieme potente. Ciò che traspare è una grande forza, conseguenza di equilibrio e notevole intelligenza che non guarda mai solo a sé stessa ma ha un occhio sempre rivolto agli altri - che comprende fortemente, vi si si immedesima, accoglie fino a fondersi insieme. Si tratta di una fusione spirituale che denota una profonda conoscenza dell’animo umano, una maturità ed una sapienza sia formale che sostanziale non comune per una ventenne.
La cultura, espressione dei versi e dei richiami storici, filosofici, artistici non ne riduce mai l’innovazione e l’attualità che risaltano prepotenti. Si parla di giovani, della loro odierna mancanza di prospettive, dell’amore per il nostro Paese e la sua arte, di politica, di questioni sociali, morali e di genere con grande onestà intellettuale: priva di alcuna diplomazia ma sempre con lo spessore della competenza; una consapevolezza di sé trainata da una reale, profonda umiltà che mai si autocompiace o si eleva al di sopra del prossimo.
E’ particolare come durezza e dolcezza si combinino insieme e prendano la forma di una poesia intellettuale e di strada nello stesso tempo: vicina ai margini in cui si rispecchia, tramite la cifra dell’ombra e della grazia, per citare la filosofa Simone Weil e le sue “investigazioni spirituali” che quest’opera prima di Maria Sole Sanasi d'Arpe sembra richiamare.