Milano – Tutta colpa di David Grohl. La passione per i Foo Fighters e il sogno di vederli suonare un giorno a Cesena ha regalato a Fabio Zaffagnini il sogno più sfrenato: una jam session di mille musicisti con cui sciogliere il cuore dell’eroe di “Learn to fly”. Missione compiuta nel 2015 con la tappa al Carisport di Grohl. È in quello slancio visionario divenuto realtà che l’ideatore del concertone svela “Da Zero a Mille - La storia di Rockin’ 1000 e altri colpi di testa (più qualche lezione imparata a fatica)”, autobiografia che presenta lunedì alle 18 alla Mondadori di Piazza Duomo con Lodovica Comello e Michele Riva. A quella notte ne sono seguite altre da Parigi a Milano, da San Paolo a Lisboa.
Fabio, perché la Comello?
"Ha presentato il concertone del 2023 allo stadio di Cesena per raccogliere fondi per gli alluvionati. S’è innamorata del progetto, ha accettato di venirlo a raccontare in questa specialissima giornata".
Incontro seguito alle 20.30 da jam-session all’Hard-Rock di via Dante.
"Maratona rock con musicisti diversi, formula diversa da quella dell’estate 2019 a Linate, ma molto partecipata lo stesso".
Com’è nata l’idea del libro?
"L’ho rifiutata per diverso tempo, poi quest’anno mi sono detto: “massì iniziamo questo percorso psicoterapeutico, di cose nei miei 48 anni ne sono successe tante“. E c’erano da festeggiare i dieci anni di Rockin’ 1000, un bel traguardo".
Tre momenti, una vita.
"Fin da bambino sentivo il bisogno che la gente s’accorgesse di me: è la molla delle mie tante avventure, prima come geologo del Cnr in Antartide o nel deserto, nelle startup o nel beach volley".
Poi la musica ha preso il sopravvento.
"Già, col successo travolgente di Rockin’ 1000; disegno strampalato trasformato in realtà economicamente sostenibile".
Un’aspirazione per il futuro?
"Creare la più grande community al mondo per fare musica assieme. Ci prepariamo pure a sbarcare negli Usa". An.Spi.