STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Kevin Abosch a Brera. Tra Odissea nello spazio e sperimentazione di IA. Viaggio nel nuovo cosmo

Palazzo Citterio, in mostra l’opera video generativa dell’artista irlandese

Palazzo Citterio, in mostra l’opera video generativa dell’artista irlandese

Palazzo Citterio, in mostra l’opera video generativa dell’artista irlandese

Viene proprio da chiedersi, che cosa stiamo guardando? Sul grande ledwall al piano terra di Palazzo Citterio scorrono immagini di Parallax (parallasse), evocano strumenti, relitti, frammenti familiari che pare di riconoscere ma non sono classificabili. Kevin Abosch (1969), tra i pionieri nell’uso dell’intelligenza artificiale in ambito artistico e creativo, presenta la sua opera, una meditazione visiva sul rapporto tra percezione, tecnologia e identità, "creata apposta per questo ambiente e che sarà aggiornata ogni due settimana" a discrezione di Abosch.

Gli "oggetti scorrono ad alta velocità, ciò dà potenza all’opera", spiega l’artista. E, aggiunge Clelia Patella, curatrice della mostra (sino al 14 settembre) organizzata in collaborazione con il Museo nazionale dell’arte digitale, diretto da Paola Borgarino, "è in questa indecifrabilità che si rivela il senso autentico dell’opera". "Quello di Abosch è un percorso che apre strade nuove - dice Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera - così come accadde con l’Arte programmata e cinetica", il movimento che negli anni ’60 puntò a trasmettere al pubblico una percezione del movimento, che fosse reale o illusorio. Come ebbe a dire Lea Vergine nel 1973, l’arte cinetica rappresentò "il rinnovamento del fare estetico contemporaneo", e tendeva "all’individuazione di valori nuovi attraverso l’analisi dei fenomeni percettivi". Per quanto appaia ancora incomprensibile in tutte le sue declinazioni, anche l’intelligenza artificiale ci pone davanti a delle sfide, "suggerisce l’esplorazione di un’identità transumana. L’intelligenza artificiale è una nuova interfaccia con il tempo, la percezione, il sè", dice Patella. "Con Parallax, il Museo Nazionale dell’Arte Digitale intende promuovere una creatività che coniuga innovazione e memoria. L’opera di Kevin Abosch – dichiara Maria Paola Borgarino, direttrice del Museo Nazionale dell’Arte Digitale - dimostra come le nuove tecnologie possano dialogare con il patrimonio storico, reinterpretandolo e offrendo al visitatore nuove chiavi di lettura".

"Ho accolto con entusiasmo – sottolinea Kevin Abosch - l’opportunità di presentare Parallax a Brera, un luogo da sempre legato all’osservazione, dagli astronomi dello storico Osservatorio ai visitatori del museo di oggi. L’opera prosegue la mia ricerca sulla visione tecnologica e sulle sottili tensioni che emergono quando intelligenze umane e artificiali condividono un medesimo orizzonte percettivo. Parallax non cerca una risoluzione, ma apre uno spazio di ambiguità, invitando lo spettatore a sostare nell’incertezza".

C’è un interesse filosofico a guidare la sperimentazione di questo artista che ha esposto in tutto il mondo (e nel 2024 ha diretto “Am I?“ il primo lungometraggio al mondo generato con intelligenza artificiale). "Mi sono ispirato ai pensieri dei filosofi Paul Virilio e Vilèm Flusser", conclude Abosch "ma tutto viene filtrato dalla mia esperienza, dalle mie emozioni".