MARIA GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Il trittico di Timofej Andrijashenko: "Un omaggio al balletto classico"

Sposato con l’étoile scaligera Nicoletta Manni, svela: "Con mia moglie non c’è competizione, sintonia perfetta"

Timofej Andrijashenko, primo ballerino alla Scala, è in scena nel Trittico

Timofej Andrijashenko, primo ballerino alla Scala, è in scena nel Trittico

Un’infanzia felice a Riga, poi la scoperta della danza, della grande interpretazione e dell’amore. Timofej Andrijashenko, primo ballerino alla Scala, è in scena da questa sera nel Trittico Lander/Kyliàn/Bèjart.

Tre capolavori del balletto del Novecento: "Études" di Harald Lander, musica Carl Czerny orchestrazione Knudåge Riisager; "Petite Mort" di Jirí Kylián con brani di Mozart, al pianoforte Takahiro Yoshikawa. Chiude "Bolero" di Ravel, coreografia di Maurice Béjart, protagonisti Bolle, poi, in alternanza, Arduino, Toppi, Starace; con il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, l’Orchestra dell’Accademia Scala diretta Simon Hewett. Elegante e raffinato, sposato con l’étoile scaligera Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko si racconta, diretto e disponibile come sempre. Études manca alla Scala da 24 anni, lei lo interpreta con sua moglie e altri colleghi.

"Non c’è una storia ma si possono ritrovare tanti riferimenti al balletto classico; virtuosismi e momenti romantici, lirici. Per tutti noi, solisti e corpo di ballo è molto impegnativo, è un omaggio al balletto classico. Inizia come una lezione, le ballerine sono alla sbarra ma si vedono solo le gambe. Siamo anche in "Petit Mort", l’abbiamo già danzata, conosciamo bene l’atmosfera della coreografia, è un’opera d’arte toccante e vera".

Con lei c’è sua moglie. Quanto entra il vostro lavoro nella vita coniugale?

"A casa io riesco a staccare molto più di lei, Nicoletta tende a riparlare del nostro lavoro in aula. Ci bilanciamo, viviamo il nostro quotidiano serenamente; se c’è un problema lo affrontiamo dialogando, non restiamo mai in silenzio, c’è molta chiarezza fra noi. Essere una coppia è il nostro punto di forza, ci conosciamo così bene che in scena ci aiutiamo senza aver bisogno di dire nulla. La costruzione di un nuova coreografia richiede un impegno particolare, devi individuare i punti più difficili e trovare la chiave giusta per dare il meglio di te. Noi lo cerchiamo insieme".

Cosa fate nel tempo libero? "Non ne abbiamo molto. Ci piace visitare alcune città non lontane da Milano, oppure camminare nel verde. Se vogliamo riposarci stiamo a casa, andiamo a fare la spesa, ascoltiamo musica e, soprattutto, cerchiamo di vedere in nostri amici, per noi è importante. Nicoletta cucina benissimo, le cene fra amici sono un nostro vanto. Se, invece, abbiamo diversi giorni liberi andiamo in Salento dai suoi genitori, a volte il mare ci manca".

Siete due grandi artisti. Vi siete sentite mai sentiti in competizione?

"No, con Nicoletta è impossibile. Pensare che la prima volta che ci siamo incontrati è stato durante un concorso, non ci siamo guardati con simpatia: entrambe ci esibivamo nella stessa categoria. Lei ha vinto e io non sono nemmeno andato a congratularmi. Quando ci siamo ritrovati alla Scala, Nicoletta era già prima ballerina, ci siamo riconosciuti, all’inizio guardati con diffidenza ma poi piano, piano ci siamo innamorati e adesso siamo marito e moglie".