
Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri
Milano, 10 luglio 2015 - Pino Pisicchio, parlamentare di lunghissimo corso e costituzionalista perspicace, riesce a coniugare l’esperienza politica con le analisi sistemiche. Il risultato oltre che brillante è anche utilissimo alla comprensione delle convulsioni che si registrano con puntualità impressionante nella sfera della rappresentanza del potere. In un pamphlet di godibile lettura e ricco di dati, lo studioso offre un’ immagine realistica (qualcuno la definirà pessimistica) della classe politica i cui “splendori” e le cui “miserie” molto spesso vengono celate dalla cortina fumogena dagli “arcana” politicisti. Pisicchio, con invidiabile fair play, passa in rassegna nel volume “I dilettanti”, i molti vizi e le pochissime virtù dei “nuovisti” che affollano le aule parlamentari. La sua critica, elegante e mai demagogica, si appunta sul vasto arcipelago della corruzione che ha svuotato di significato l’interesse generale; sulla legge elettorale che ha favorito l’espropriazione della volontà dei cittadini a vantaggio di un leaderismo che mostra visibilmente la corda dopo aver “bruciato” la partecipazione politica; sull’incompetenza degli eletti sprovvisti della adeguata preparazione.
A questo riguardo si chiede: “Con quale bagaglio di esperienze, di competenze, di attitudini si arriva a svolgere la funzione di rappresentanza politica, oggi?”. La risposta la conosciamo: nessuna. L’improvvisazione e l’approssimazione dominano le scelte degli oligarchi che attraverso il meccanismo delle liste bloccate “nominano” i parlamentari che dovrebbero restar loro fedeli, ma non sempre le cose vanno così. La dilatazione del dissenso ha portato, rileva Pisicchio, all’abnorme crescita del cosiddetto Gruppo misto, cioè di quelli che cambiano bandiera e schieramento in corso d’opera dando luogo ad operazione trasformiste deprecabili eppure talvolta motivate dalle migliori intenzioni. Per quale ragione? Semplice: non essendoci più dibattito nelle forze politiche chi volesse prospettare posizioni diverse cos’altro può fare se non avventurarsi in cammini solitari in fondo al quale difficilmente troverà la conferma elettorale?
Ecco il punto nodale del libro di Pisicchio: la fine dei partiti ha provocato lo scollamento tra popolo ed istituzioni; queste vengono riguardate come “nemiche”, mentre la classe politica s’inventa moduli di sopravvivenza improbabili. La formazione che una volta avveniva per gradi nei partiti - costituzionalmente previsti, tra l’altro, per quanto non regolamentati come soggetti votati alla costruzione del consenso - non esistono più. Al loro posto onnipotenti oligarchi determinano scelte personalistiche resistenti come carta velina. La crisi è sì morale, ma s’intreccia con quella di sistema. Tornare al passato qualche volta è la medicina più efficace per guarire. Ma occorrerebbe una rivoluzione civile e culturale...
PINO PISICCHIO, I dilettanti. Splendori e miserie della nuova classe politica, Guerini e Associati