Tre generazioni di guerrieri. Tre uomini provenienti da una stessa famiglia. Al vertice di Troia. I loro profili si confondono. E presto è come se avessero un’unica voce. Un unico corpo. Dai tratti universali. Non a caso è il poeta greco Dimitris Dimitriadis a firmare il testo di "Troas", solo stasera al Teatro della Contraddizione. Un monologo. Suddiviso in più parti. Dove i protagonisti sembrano intrecciarsi e sovrapporsi: il re della città Priamo, suo figlio Ettore, il giovane Astianatte, destinato ad essere trucidato dai greci ancora bambino (indelebile ricordo liceale). Una parabola sulla guerra e sull’uomo. Impreziosita dalla regia di Savvas Stroumpos, strettissimo collaboratore del maestro Theodoros Terzopoulos. Al cui metodo attoriale lo spazio di via Della Braida dedica un ampio progetto di lavoro e indagine, con un laboratorio specifico a fine mese. Intanto, questa serata in compagnia dello Zero Point Theatre Group. Spettacolo che concretizza il pensiero di Terzopoulos, la centralità del corpo e del rito dionisiaco. Qui applicato a un percoso di profondo rigore e semplicità scenica. Stilizzazione minimalista. Affidata al performer David Malteze, sul palco in dialogo con il paesaggio sonoro creato da Ellie Ingliz. Ovvero un incedere musicale basato sull’improvvisazione. Che si sviluppa attraverso un pianoforte verticale aperto, preparato. Quasi fosse un omaggio alle celebri sperimentazioni di John Cage. D.V.
Cultura e SpettacoliI miti di "Troas" riscritti da Dimitriadis