
Eros Ramazzotti
20 dicembre 2016, Assago (Milano) - Non sarà stato “Perfetto” fino in fondo, ma il tour mondiale che questa sera riporta Eros Ramazzotti ad Assago per i saluti fanali passa comunque in archivio con un mare di soddisfazioni. Per il ragazzo nato ai bordi di periferia, infatti, questo ultimo giro di valzer all’insegna del tutto esaurito rappresenta la quinta replica al Forum del Perfetto World Tour, la settantanovesima di un cammino partito quindici mesi fa da Rimini e poi proseguito in 29 nazioni. Certo, la forzata cancellazione delle tappe primaverili in Russia Europea e Siberia per motivi organizzativi brucia ancora, ma questi sono gli inconvenienti delle imprese su scala planetaria. Poco sostenuto in classifica dall’ultimo album “Perfetto” - rimasto al di sotto delle aspettative nonostante collaborazioni eccellenti come quelle di Mogol, Federico Zampaglione, Francesco Bianconi, Kaballà dei Baustelle, Pacifico - Eros ha saputo rilanciare lo stesso sul personaggio che si porta incollato addosso da trent’anni con la forza di un repertorio ancora capace di richiamare folle importanti.
“L’emozione del palco la sento più di prima, perché ora con il pubblico il flusso è continuo - spiega il cantante romano, transitato tre settimane fa pure nel salotto di Mika per duettare con lui davanti alle telecamere “Ci parliamo da grandi” - Un tempo la timidezza m’impediva di comunicare come avrei voluto, mentre ora che sono un po’ più sicuro di me e della mia musica, così riesco godermi lo spettacolo e il rapporto con la gente dall’inizio alla fine. Di sicuro questo tour è stato perfetto almeno nelle intenzioni, per quanto ci ho lavorato e per quanto ci ho investito in termini di convinzione e di energie”.
A condividere con Ramazzotti quest’avventura in tre continenti, c’è una super band trascinata dalla chitarra di Phil Palmer - nipote di Ray e Dave Davies dei Kinks, una vita spesa tra Eric Clapton, Lucio Battisti (il celebre assolo di “Con il nastro rosa” è suo) Dire Straits e George Michael - il basso di Paolo Costa e ancora di Luca Scarpa, piano, Giovanni Boscariol, tastiere, Giorgio Secco, chitarra, Joe Leader, sax, Giorgio Pescosta, percussioni. Alla batteria il californiano Thomas Pridgen, cuore ritmico dei Suicidial Tendences. Ai cori Monica Hill e Roberta Montanari, con cui Ramazzotti duetta nel corso della serata “Più che puoi” e “I belong to you” senza far rimpiangere il ricordo delle Cher e delle Anastacia presenti nei dischi originali. “Quando finisci un lavoro, guardi il risultato, fai ancora una aggiustatina, poi dici ‘perfetto’”. Il concerto di questa sera al Forum è l’ “aggiustatina” finale.
“Sono un perfezionista, curo ogni minimo dettaglio di qualunque mio spettacolo, penso che ogni persona che paga un biglietto debba arrivare al termine del concerto felice di aver partecipato - ribadisce il cantante, 53 anni - La parte che amo di più è quando suono da solo, al piano e alla chitarra, crea un contatto molto diretto tra me, la musica e il pubblico. Mi piace cantare con la gente; non a caso il palco ha anche delle pedane esterne che mi permettono di essere vicino il più possibile a quelli che ho davanti”. Insomma, un salto nel passato “molto suonato e poco elettronico per ritrovare quella vena live che in giro si sta un po’ perdendo”.