DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Elfo Puccini e la “forza delle idee“. Da Miller a Spanò, fino a Bergonzoni

Il cartellone: fra le nuove produzioni “Venivamo tutte per mare“ dal romanzo di Julie Otsuka. In aprile dittico beckettiano

Alcune scene degli spettacoli in cartellone all’Elfo Puccini nella prossima stagione

Alcune scene degli spettacoli in cartellone all’Elfo Puccini nella prossima stagione

Forse c’è bisogno di un momento di riflessione all’Elfo Puccini. Di capire con calma dove si sta andando, perché e con chi. Domande che chiaramente già si fanno in corso Buenos Aires, ci mancherebbe. Ma a scorrere la nuova stagione viene il dubbio che qualche risposta debba ancora arrivare. Per delineare con maggiore precisione il futuro prossimo di uno dei teatri più amati della città. Amore appassionato e reciproco, quello fra l’Elfo e Milano. Ma proprio perché amore, merita qualche considerazione. Come il fatto che "La forza delle idee" (questo il claim) sembra portare all’estremo alcune caratteristiche degli ultimi anni del palcoscenico diretto da Ferdinando Bruni, Elio De Capitani e Fiorenzo Grassi: la natura estremamente familistica del cartellone e degli sforzi produttivi; il ramificato eclettismo; la quasi assenza di un reale rischio culturale e di una ricerca sul corpo e sui linguaggi del contemporaneo, in favore di una indiscutibile centralità della parola. Tratti curatoriali che un po’ fanno parte dell’identità elfica e un po’ sembrano aver preso la mano. A fianco invece di un ruolo politico che pare abbastanza intatto e che verrà premiato da un nuovo sostegno istituzionale, continuativo, voluto da Fondazione Cariplo. Immagine in locandina di Maurizio Cattelan: un uomo in ginocchio che porta un gigantesco masso sulle proprie spalle. Che l’artista è un novello Atlante. "Dialogo, scambio, discussione, condivisione e anche ribellione: la complessità del mondo presente chiede di attivare tutte le nostre risorse – spiegano i direttori –, la forza delle idee e della creatività. E il teatro può e deve essere il luogo dove le idee trovano la loro forza creativa e rigenerativa". Le cifre comunque sembrano soddisfare: 140mila le presenze la scorsa stagione, 725 le alzate di sipario, buoni i risultati provenienti dagli spettacoli in tournée e dagli abbonamenti. Quest’anno invece sessantasei i titoli, a partire da De Capitani che torna ad Arthur Miller e a un classicone come "Erano tutti miei figli", in programma già a fine ottobre con il coinvolgimento di buona parte della grande famiglia elfica.

Fra le nuove produzioni anche "Venivamo tutte per mare" dal romanzo di Julie Otsuka (progetto fortemente voluto da Cristina Crippa), e "Dentro la tela" di Cinzia Spanò, che torna così ad indagare la violenza sulle donne. A lei il teatro dedica un ampio focus. Ad aprile arriverà poi il dittico beckettiano "Ultimo nastro di Krapp" e "Quella volta", con protagonista Ferdinando Bruni per la regia di Francesco Frongia. Lungo l’elenco delle ospitalità: Bisio, Catania, Arturo Cirillo, le "Tre sorelle" di Liv Ferracchiati, il "Casanova" di Condemi con Sandro Lombardi, Haber, l’immancabile Alessandro Bergonzoni, "Wonder Woman" di Latella, da poco visto al Piccolo. I Carrozzeria Orfeo saranno un mese nella Shakespeare durante le feste con "Salveremo il mondo prima dell’alba", per tornare ad aprile con il più intimo "Misurare il salto delle rane".

E poi ancora Ciro Musella, Schiros, Tindaro Granata, Eco di Fondo, il cartellone di Nuove Storie (dove incuriosisce "Ghost Track" di Daniele Turconi e Gianluca Agostini), una personale di Usine Baug, "Piccoli Elfi" la rassegna dedicata ai giovani spettatori curata da Elena Russo Arman.