
Spopola sui social e si presenta al Franco Parenti con lo spettacolo “Com’è profondo il mare“ "Un viaggio fra Omero, Melville, Camilleri e Conrad. Differente rispetto a “Cantami d’amore“".
Solo pochi mesi fa lo si trovava in giro innamorato dell’amore. Ora invece sui palcoscenici è pronto a condividere le più belle pagine della letteratura dedicata ai viaggi: fisici e metaforici. Sempre in movimento Edoardo Prati, 21 anni da Rimini. Viene definito influencer culturale. Visto che è diventato fenomeno social condividendo video dove racconta della vita attraverso i libri. E viceversa. Ma ultimamente lo si incrocia spesso per teatri. Come domani sera. Ai Bagni Misteriosi del Franco Parenti. Titolo: “Com’è profondo il mare“, scritto insieme a Manuela Mazzocchi e al regista Enrico Zaccheo (prod. Savà). Si torna ai classici. In dialogo con la contemporaneità. Per provare a capirne un po’ di più del mondo e di sé stessi.
Edoardo, quali autori ha scelto per il suo viaggio? "È un percorso che si sviluppa fra Omero, Melville, Camilleri, Conrad. Quindi piuttosto differente rispetto a “Cantami d’amore“ che si concentrava molto sul Trecento italiano, anche se Dante c’è sempre. È un viaggio nel viaggio, per così dire. Dove attraverso l’esperienza degli altri si comprende la nostra".
Quali pagine sente più vicine? "Oggi direi Conrad. È lui che più di altri mi sta parlando e sta parlando di me. Forse sto in qualche modo attraversando la sua “Linea d’Ombra“. Ma non è solo una questione autobiografica".
Non è una soglia immaginaria legata alla vita adulta? "Sì, ma Conrad sottolinea il tema anagrafico solo per comodità, proponendola invece come grande metafora della prima guerra mondiale. L’attraversamento è quindi di interi paesi e comunità e non riguarda solo la maturità individuale, che per altro per me è stata molto sfumata e precoce. Può essere inteso come quel momento in cui ti annulli, impazzisci, non sai se arriverai al tuo obiettivo e i rischi sono molto alti. Ma alla fine, come nel libro, riesci ad attraversare e torni in porto".
Cerca sempre qualcosa che la emozioni nella letteratura? "Le pagine devono risuonarmi. Con la speranza che se qualcosa mi ha emozionato, forse può emozionare anche altri".
Ma è riuscito a mostrarsi meno rigido come desiderava? "Abbastanza, sì. Pure nello spettacolo, questa volta tende molto più alla commedia".
Non ha paura di fare troppo o di apparire come il tuttologo della letteratura? "Sono due discorsi diversi. Rispetto al carico di lavoro, è quello che già sta succedendo. Ma credo che seguire solo progetti che davvero desidero, mi permetterà di trovare una misura. Infatti ho iniziato a scartare cose che mi si addicono meno. Per il resto io non spiego la letteratura, atteggiamento che dovrebbe preservarmi dal rischio di apparire tuttologo. Condivido la mia lettura, umana e personale. Mentre cerco di guadagnarmi un po’ di legittimazione in università".
Come proseguono gli esami? "Stanotte ho studiato quattro ore Archeologia Romana che dovrò dare il 21 luglio, mentre il 22 ho spettacolo. Sono a tutti gli effetti uno studente-lavoratore e cerco di far convivere le due cose. Quindi l’università va avanti anche se mi dispiace non riuscire a frequentare come vorrei. Assorbo però strumenti che poi mi è utile applicare anche in altri campi".
Quanto le interessa la visibilità? "Mi interessava in quinta superiore, quando iniziavano a fermarmi per strada e io potevo gasarmi con gli amici. Ma la visibilità può incuriosirti un mese e mezzo, non di più".
Si sente vicino ai suoi coetanei? "Mi considero del tutto immerso nella mia generazione. Ma non sono loro i miei primi spettatori. O meglio: ho un pubblico molto misto ed eclettico, in cui la signora anziana si siede vicino a una ragazza che deve fare la maturità".
Le piacciono ancora i social? "Sono un mezzo e come mezzo cerco di utilizzarli. Da parte mia però quasi non li apro più, mi hanno stancato. Mi piace lavorare dal vivo ma non per chissà quale pensiero ideale o per una questione di giusto e sbagliato. Il problema dei social è che ora mi viene la nausea. Mi manda in ansia come cercano in tutti i modi di attivare la mia attenzione, di propormi un contenuto e poi un altro, tutti congruenti fra loro. Diciamo che voglio fare qualcosa che mi diverte di più. Anche rispetto alla letteratura ci sono post improponibili".
Del tipo? "“I cinque libri da leggere assolutamente!“, “Le cinque ragioni per iniziare Il Conte di Montecristo!“. Cose così, mentre gettano con furia i volumi per terra. Mi mettono di cattivo umore".
Quindi qual è il libro da leggere assolutamente questa estate? "“Middlesex“ di Jeffrey Eugenides".
Nei prossimi mesi? "Girerò con lo spettacolo. E poi in autunno tornerò anche con “Cantami d’amore“. Non mi sembra poco, considerando che non abbiamo certezza di svegliarci domani".