ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

"Tornare su quel palco, questa è la mia vittoria"

Felice (stavolta) a Sanremo con “E invece sì“. Superata l’infinita polemica con Morgan. "Era troppo importante esserci..."

Il cantautore e musicista Cristian Bugatti, in arte Bugo

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Milano, Bugo a Sanremo. Stavolta per cantare. La sua "E invece sì" vale sicuramente più del 24° posto strappato all’Ariston sabato scorso, ma è servita almeno a rimuovere il ricordo della querelle con Morgan di un anno fa, restituendo al rocker di Rho il posto che merita nel mondo della canzone. "La mia vittoria è stata tornare su quel palco" spiega lui, 47 anni. "Non lo davo, infatti per scontato e quando Amadeus mi ha proposto di riprovarci ho accettato con entusiasmo. Almeno stavolta sono arrivato a Sanremo col sorriso e ripartito col sorriso". Era importante esserci. "Non nego che il fatto mediatico dell’anno scorso mi ha portato tanta visibilità e tanto affetto, anche se focalizzato più all’uomo che all’artista; quest’anno volevo essere giudicato per quello che faccio e non solo per quello che sono". Già, ma Sanremo perdona tutto tranne le stonature. "Non sono Andrea Bocelli né Claudio Villa e la mia voce è questa qua. Penso però che quando la canzone arriva, la gente è disposta a perdonare anche le imprecisioni. Fra l’altro ho iniziato il Festival abbastanza stanco, perché non ho mai fatto molta televisione e quindi non sono così abile ad esibirmi senza pubblico. Penso, comunque, di essere migliorato sera dopo sera". La stanchezza era pure mentale? "Anche per certe dichiarazioni pubbliche di quell’altro, i primi giorni avevo addosso ancora la cappa psicologica di quanto accaduto nel 2020. Arrivato al venerdì, ho postato una lettera liberatoria e mi sono sentito l’animo più leggero, con effetti, credo, pure sulla prestazione della serata". «E invece sì» trova posto nella riedizione dell’ultimo album «Cristian Bugatti» assieme ad altri quattro inediti. Invertendo nome e cognome, l’ha intitolato «Bugatti Cristian». "Sono un autore prolifico. Così, quando Amadeus m’ha invitato, mi sono messo al lavoro e ho scritto non uno, ma cinque pezzi. Ho fatto tutto con la mia squadra, Simone Bertolotti e Andrea Bonomo, trovando poi in ‘Meglio’ la collaborazione dei Pinguini Tattici Nucleari". Zanotti & Co. li ha avuti pure al Festival. "Riccardo l’ho conosciuto lo scorso anno in gara, poi ci siamo ritrovati in giuria a Castrocaro e nella Nazionale Cantanti, così, quando ho avuto tra le mani una canzone che aveva bisogno di essere condivisa, ho pensato subito a loro. Da quella collaborazione al Festival il passo è stato breve; i Pinguini sono fans di Battisti e la scelta di fare assieme ‘Un’avventura’ è venuta spontanea, o quasi". Perché Lucio? "Perché se devo omaggiare un grande autore della canzone italiana al Festival di Sanremo, scelgo mio eroe. E i miei eroi si chiamano Battisti, Vasco, Celentano". Fosse stato in giuria chi avrebbe votato? "Ermal Meta, che gioca un altro campionato. Pure i Måneskin li trovo fortissimi e all’Ariston ho legato molto con Fedez e Michielin. Insomma, il podio m’è piaciuto. Forse avrei dovuto fare il giurato, non il cantante. Pure Orietta, nel suo genere, è stata però perfetta".