Bengala Fire, i pupilli di Agnelli sul palco del Castello Sforzesco di Milano

La band si esibirà nel capoluogo lombardo e a breve uscirà con il nuovo singolo. "Il sogno? Aprire un concerto degli Arctic Monkeys"

Bengala Fire (Copertina album)

Bengala Fire (Copertina album)

Milano -  Garantisce Manuel. I trevigiani Bengala Fire sono una delle colonne di “Germi al Castello”, il concerto collettivo che Agnelli organizza martedì prossimo al Cortile delle Armi nell’ambito di Milano è Viva coinvolgendo pure Brunori Sas, Marco Parente e i Bachi Da Pietra. Il leader degli Afterhours ha scoperto la band di Mattia “Mario” Mariuzzo, Andrea “Orso” Orsella, Davide “Borto” Bortoletto e Alexander “Lex” Puntel sul palco della decima edizione di X-Factor portandola fino alla finale. E l’intesa continua.

Da Cornuda, nel profondo Veneto, al Castello Sforzesco il passo è lungo. "Lo scorso aprile abbiamo suonato al Tunnel Club, ma farlo al Cortile delle Armi è un altro film e dà un plus a quella che è stata finora la nostra carriera perché, l’esibizione è inserita all’interno di un evento importante come Germi".

Cosa farete? "Oltre al nostro set, saremo al fianco sia a Agnelli che a Brunori in alcuni brani tra cui ‘Quello che non c’è“ degli Afterhours".

Cosa v’è rimasto del terzo posto ad X-Factor? "Innanzitutto, il bellissimo rapporto con Manuel e Rodrigo D’Erasmo che, come conferma l’invito alla serata, prosegue spedito. E poi la valanga di cose che abbiamo imparato davanti e dietro le telecamere, perché X-Factor è sì una vetrina, ma anche una grande scuola per apprendere il mestiere della musica".

Ad X-Factor facevate cover di XTC, Interpol, Blur, Kinks, Cure. E al Castello? "Durante il nostro set abbiamo intenzione di eseguire pure “ See Emily play “ dei Pink Floyd".

Davanti al successo internazionale dei Måneskin ci si sarebbe attesi un’esplosione di nuove rockband. E invece. "Magari il loro esempio ha spinto a tanti adolescenti a prendere in mano uno strumento; quindi per valutare le ricadute bisogna ancora aspettare qualche tempo. Ma il mainstream in Italia rimane un altro rispetto al rock e pure i giovani preferiscono puntare su altri generi".

È passato un mese dall’uscita del vostro terzo singolo “Matador”, soddisfatti della recezione? "Già prima di pubblicarlo lo eseguivamo in concerto con reazioni ottime. E questo ci rende felici perché è il nostro primo pezzo in italiano che veramente ci rappresenta; avevamo già provato con “ Jack non sa“, ma “Matador“ è la strada che vogliamo percorre da qui in poi".

Com’è nato? "L’abbiamo scritto ispirati da “La Capitale Del Mondo”, uno de “I quarantanove racconti“ di Ernest Hemingway. È stato D’Erasmo a regalarci il libro, ma non è la prima ispirazione letteraria della nostra musica, visto che già “Amaro mio“ era nato da un saggio di Camus. A settembre contiamo di far uscire un nuovo singolo".

Un sogno da realizzare prima o poi? "Aprire un concerto degli Arctic Monkeys, la band che ci ha ispirati di più. …o bere un gin tonic con Dua Lipa".