Appiani, il “pittore di Napoleone“. Figura chiave del neoclassicismo

Una mostra corposa a Palazzo Reale ne svela la grande raffinatezza con prestiti che arrivano dal Louvre .

Una mostra corposa a Palazzo Reale ne svela la grande raffinatezza con prestiti che arrivano dal Louvre .

Una mostra corposa a Palazzo Reale ne svela la grande raffinatezza con prestiti che arrivano dal Louvre .

Ha immortalato Napoleone nei momenti salienti della sua ascesa. E realizzato ritratti, intensi e sofisticati, di figure chiave della vita culturale milanese, come Parini, i fratelli Verri, Monti, Foscolo, e della corte imperiale, tra cui Joséphine de Beauharnais, rappresentata con la stessa grazia e dignità riservata alle divinità classiche. Parliamo di Andrea Appiani, ‘primo pittore’ di Napoleone in Italia, raffinato interprete della parabola politica e culturale di un’intera epoca. Insignito di medaglie onorifiche come la Légion d’honneur, definito il “pittore delle Grazie”, figura chiave del neoclassicismo milanese e nazionale.

Ora una mostra a Palazzo Reale (sino all’11 gennaio) aiuterà i visitatori a riscoprire questa figura, grazie anche ai numerosi prestiti internazionali, un corpus di cento opere selezionatissime. Prime fra tutti quelle monumentali che giungono dal Louvre, il cartone degli affreschi dell’Apoteosi di Napoleone, che decorano la Sala del Trono; firmato da Appiani, il grande disegno è esposto nella Sala del Lucernario e fa da preambolo ai Fasti di Napoleone, installati nella Sala delle Cariatidi: un imponente apparato decorativo formato da 35 dipinti raccolti in 20 nuclei tematici, perduto e qui ricomposto insieme al ballatoio su cui poggiava e correva per tutto il perimetro. Il capolavoro è ricostruito temporaneamente grazie a un allestimento di immagini su tela, realizzato sulla base delle preziose lastre fotografiche conservate nell’Archivio Fotografico del Comune e grazie alle incisioni di Giuseppe Longhi (1766 –1831), volute dello stesso Bonaparte. Parte delle opere esposte rimarrà nell’allestimento permanente del Palazzo che coltiva la giusta vocazione di Residenza Reale e fa parte di un circuito europeo.

In particolare le Lunette di Appiani, originarie della Sala del Trono e oggi a Villa Carlotta di Como, saranno parte integrante della futura ricostruzione della stessa sala, in un progetto che verrà realizzato nei prossimi anni. Altre opere andranno ad arricchire le sale storiche del Palazzo, come i due vasi neoclassici provenienti da Villa Reale di Milano, copie del Vaso Medici e del Vaso Borghese. E verrà ricomposto nella sala della Lanterna il Trittico di Apollo e Diana: un orologio e due candelabri, provenienti dai depositi della Soprintendenza di Milano.