Sono 13 le infezioni da virus West Nile registrate in Lombardia nell’ultima settimana di rilevazione dell’Istituto superiore di sanità, che esamina il periodo dal 29 agosto al 4 settembre: tutte distribuite nelle province di Milano, Cremona e Mantova. Di queste, 4 casi si sono manifestati con sintomatologia neuro-invasiva, 1 con febbre e gli 8 restanti riguardano pazienti asintomatici identificati in donatori di sangue. Il virus è stato inoltre riscontrato in 6 diversi pool di zanzare nel cremonese e nel mantovano.
Cos’è il virus West Nile
Il virus West Nile è un’arbovirosi appartenente responsabile di una malattia infettiva chiamata febbre del Nilo occidentale, che può colpire sia gli esseri umani che gli animali, in particolare gli uccelli, i cavalli e altri mammiferi. Si trasmette principalmente attraverso la puntura delle zanzare del genere Culex, che funge da vettori: si tratta di una specie molto diffusa in Italia, che in estate ha un ciclo biologico di 15-20 giorni. Le zanzare si infettano pungendo uccelli portatori del virus, che fungono da riserva naturale dell’infezione. Successivamente, le zanzare infette possono trasmettere il virus agli esseri umani e agli animali.
Quali sono i sintomi
l periodo di incubazione della malattia varia da 2 a 14 giorni, ma può estendersi fino a 21 giorni nei soggetti immunocompromessi. La maggior parte delle persone infette non presenta sintomi. Tra i sintomatici, circa il 20% manifesta sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei, che possono durare da pochi giorni a qualche settimana, variando con l’età. Nei bambini i sintomi sono solitamente più lievi, nei giovani includono febbre moderata, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari, mentre negli anziani e nelle persone debilitate possono essere più gravi.
I sintomi gravi si verificano in meno dell’1% degli infetti e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi visivi, torpore, convulsioni, fino a paralisi e coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti e, in circa 1 caso su mille, il virus può causare un’encefalite letale.
La prevenzione contro le zanzare
Le autorità sanitarie non sono in allarme, ma dato che non esiste un vaccino per la febbre West Nile per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. L’Istituto superiore di sanità consiglia di “proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:
- usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;
- usando delle zanzariere alle finestre;
- svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante;
- cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali;
- tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate”.
Perché aumentano le malattie tropicali
Sono sempre più frequenti, in Lombardia ma in generale anche in Italia, i casi di malattie esotiche virali. Oltre alla West Nile, ci sono anche la febbre Dengue, il virus Zika e la malattia Chikungunya, che sono trasmessi dalle zanzare Aedes ormai ampiamente diffuse nella regione. Quest’anno ora sono emersi anche diversi casi accertati di febbre Oropouche, un arbovirus endemica trasmesso dalle zanzare Culex Quinquefasciatus e dal moscerino Culicoides Paranensis.
Nella maggior parte dei casi si tratta di casi di importazione, cioè contratti all’estero da persone che poi tornano in Italia, ma la crisi climatica e i maggiori spostamenti umani stanno causando un aumento dell’incidenza di questa malattie. In particolare, il riscaldamento globale – particolarmente marcato nella zona del Mediterraneo – ha permesso l’introduzione, diffusione e proliferazione di nuove specie di zanzare anche nelle nostre pianure