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Estate e virus respiratori: è boom di malati in Lombardia. Tutta colpa dell’aria condizionata?

Dal 15 al 21 luglio 54mila casi di sindromi simil-influenzale (covid compreso), segnalati dai 143 medici-sentinella lombardi, pari a 5,5 “positivi” ogni 1.000 assistiti. Sotto accusa l’uso dei condizionatori e gli sbalzi di temperatura ma è proprio così?

Estate ma in Lombardia è boom di virus di tipo simil-influenzale. Tutta colpa dell'uso smodato dell'aria condizionata in ufficio e a casa?

Estate ma in Lombardia è boom di virus di tipo simil-influenzale. Tutta colpa dell'uso smodato dell'aria condizionata in ufficio e a casa?

Milano, 30 luglio 2024 - E’ boom estivo di virus respiratori (covid compreso) in Lombardia e sul banco degli accusati c’è l’uso smodato e gli effetti dell’aria condizionata ovvero uno degli argomenti più divisi dell’estate soprattutto negli uffici. Ma è proprio così? 

I dati lombardi

Nella settimana dal 15 al 21 luglio in Lombardia - riporta il bollettino influnews della Regione, i 143 medici sentinella hanno inviato dati circa la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. L’incidenza totale delle sindromi simil-influenzali si attesta a un valore di 5,5 casi per 1000 assistiti. L’incidenza è pari a 14, 6‰ nella fascia d’età 0-4 anni, 6, 5‰ nella fascia d’età 5-14 anni, 5 ‰ nella fascia d’età 15-64 anni e 2,7 ‰ negli over-65enni. Il numero di casi stimati di sindrome simil-influenzale  in Lombardia in questa settimana è di circa 54.000. Sempre dal 15 al 21 luglio i medici sentinella della regione Lombardia hanno inviato 30 tamponi naso-faringei, di questi il 13% è risultato positivo per SARS-CoV2. Nessun campione è risultato positivo per virus influenzale e per Rsv. L’indagine molecolare estesa agli altri virus respiratori ha mostrato la presenza di enterovirus nel 20% dei tamponi analizzati, di rhinovirus nel 13%, di adenovirus nel 10%, di virus parainfluenzali e parechovirus nel 3%”. Tutta colpa dell’aria condizionata? Sentiamo gli esperti 

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“Uffici sigillati”

"Negli uffici – spiega Allen Haddrell, ricercatore della School of Chemistry dell'università di Bristol osserva Haddrell - le persone usano l'aria condizionata perché avere una finestra aperta potrebbe non rinfrescare molto l'ambiente. Molti di questi condizionatori raffreddano l'aria, ma la spingono anche intorno e in un certo senso sigillano l'edificio, il che potrebbe portare a un aumento della trasmissione dei virus”. Sarà vero?

Impianti mal regolati

Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell'università Statale di Milano, ricorda quando "nei momenti più acuti della pandemia l'aria condizionata era stata quasi criminalizzata. Ora riprende il tormentone". Il virologo spiega: "Il potenziale rischio infettivo esiste, come pure alcuni studi iniziali in Cina avevano evidenziato all'epoca dell'emergenza coronavirus. Ma è concreto solo se l'aria condizionata viene mal gestita, senza assicurare un buon ricambio". "I problemi - aggiunge Pregliasco - sono legati soprattutto agli impianti industriali nel momento in cui non sono regolati in modo corretto, cioè in maniera che vi sia sì un buon raffrescamento indoor, però con un utilizzo di aria fresca, quindi con una riduzione del riciclo dell'aria". E’ quindi una corretta gestione dell'aria condizionata a fare la differenza

Ricambio d’aria

"Anche negli ambienti domestici una buona ventilazione, un ricambio d'aria con l'apertura delle finestre, può aiutare a evitare l'accumularsi negli ambienti chiusi dei droplets", le goccioline respiratorie di covidiana memoria, possibile vettore di virus."Il ricambio d'aria, insieme alla manutenzione, è l'elemento principale: è un aspetto impiantistico da decidere negli ambienti industriali, mentre a livello casalingo si ottiene assicurando un costante ricambio con l'arieggiamento delle stanze", insiste il medico che richiama infine l'importanza di "un uso responsabile del condizionatore.

Sbalzi di temperature

Contro le infezioni respiratorie in generale è necessario fare molta attenzione agli sbalzi. Serve una climatizzazione prudente nel passaggio caldo-freddo/freddo-caldo - avverte Pregliasco - così da permettere all'organismo un adattamento lento e progressivo". In sostanza se tenete l’aria condizionata a palla  a 20 gradi o poco più con una temperatura esterna magari di 40 gradi, entrare o uscire dall’ambiente “frigorifero” inevitabilmente mette sotto stress il nostro fisico.

Manutenzione

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Per gli impianti domestici poi è fondamentale eseguire la manutenzione periodica e prima di utilizzare il condizionatore pulire bene i filtri e far andare la macchina per un po’ con le finestre aperte quantomeno per “liberarla” dalla polvere.