Vaiolo delle scimmie, attenzione alta a Milano e Lodi

L'epidemia rallenta, ma non bisogna abbassare la guardia

Vaiolo delle scimmie

Vaiolo delle scimmie

L'epidemia di vaiolo delle scimmie sta rallentando anche in Lombardia: sono stati 18 i nuovi casi scoperti dall'inizio del mese in base all'ultimo bollettino dell'assessorato regionale al Welfare, che ha aggiornato il contatore a 364 contagiati registrati a partire dal 24 maggio fino a lunedì 11 settembre. Per fare un paragone, l'Ats Metropolitana di Milano e Lodi, che rimane la più colpita col 67% dei casi (244) individuati soprattutto tra il capoluogo e l'hinterland, tra il 22 e il 24 giugno ne censì quasi altrettanti (17) nel giro di quarantott'ore.

 

La frenata

L'istogramma sul bollettino racconta l'andamento dell'epidemia lombarda, che "pesa" per oltre il 45% del totale dei contagi da monkeypox registrati in Italia (805 al 9 settembre, in base all'ultimo report del Ministero della Salute). Con le impennate più significative a metà giugno e all'inizio di luglio, che è stato il mese peggiore, sfiorando il raddoppio delle infezioni nel giro di tre settimane. Nella seconda metà di agosto la situazione si è stabilizzata, in linea con quanto osservato dall'Oms in tutta l'Unione europea che è stata l'epicentro di questa epidemia del virus, la prima così estesa senza legami documentabili con le zone dell'Africa occidentale e centrale in cui il vaiolo delle scimmie è endemico.

Le province

Le Ats più colpite, dopo quella di Milano e Lodi, rimangono quelle della Brianza e dell'Insubria (che copre sostanzialmente le province di Varese e Como), col 7% dei contagiati ciascuna (rispettivamente 27 e 24). Segue l'Ats di Bergamo col 6% (22 casi), poi le Ats di Brescia, di Pavia e Valpadana col 3% dei casi (intorno alla decina ciascuna), al netto di una dozzina di contagiati per i quali non era, o non era ancora, disponibile l'informazione sulla residenza e di tre che provengono da fuori regione.

I vaccini

La grandissima maggioranza dei contagiati rimane di sesso maschile  (tra gli infettati lombardi solo tre sono identificati come donne), poco meno di metà sono trentenni (165, pari al 45%), e un altro 27% ha tra 40 e 49 anni. Come ha più volte ricordato anche l'Oms, nella fase iniziale di quest'epidemia il virus ha circolato soprattutto nell'ambiente Msm (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini), ed è solo per questo che il vaccino dal monkeypox anche in Italia è offerto gratuitamente, oltre che agli operatori sanitari che hanno a che fare col patogeno, a uomini e persone transgender che abbiano avuto comportamenti sessuali a rischio, come rapporti sessuali con più partner maschili, sesso di gruppo, incontri sessuali in locali/club/cruising/saune, chemsex (con uso di droghe), o almeno un'infezione sessualmente trasmessa nell'ultimo anno. Se la prima fornitura da duemila fiale alla Lombardia, un mese fa, andò esaurita in un paio di giorni, non è accaduto altrettanto con la seconda da 2.840 confezioni, che per l'effetto "moltiplicatore" del via libera all'uso intradermico del farmaco si sono tradotte in 4.680 posti considerando anche i richiami ai vaccinandi e ai vaccinati: mercoledì scorso, a una settimana dalla riapertura delle prenotazioni, rimanevano ancora più di mille slot liberi in tutta la Lombardia.