Vaccini e variante indiana. Dal booster alla dose aggiornata ecco cosa ci aspetta

Il timore degli scienziati è che nuova Omicron BA.2.75 possa sfuggire agli anticorpi

Milano, 6 luglio 2022 - Corre di nuovo il covid in Italia e soprattutto in Lombardia. Aumentano i contagi nell'ondata targata variante Omicron, mentre la comunità scientifica accende i riflettori sulla nuova  variante indiana, identificata dalla sigla BA.2.75, che potrebbe rivelarsi più contagiosa e più evasiva rispetto al  vaccino.  Il timore degli scienziati è che nuova Omicron BA.2.75 possa sfuggire agli anticorpi "in modo simile a BA.4 e BA.5 rispetto all’attuale vaccino”.

Rispetto al passato, l'aumento dei contagi però spaventa meno. La popolazione, spiega il professor Luigi Lopalco,professore di Igiene e Prevenzione all'Università del Salento "è sempre più resistente grazie all'immunità di comunità che si crea grazie alla minore intensità clinica del virus" e "molti di quelli che si stanno contagiando hanno vissuto altre infezioni, o si sono vaccinati o hanno la cosiddetta immunità ibrida. In altre parole, non finiscono in ospedale". E' importante però fare il secondo richiamo: "Abbiate fiducia nel vecchio vaccino - esorta Lopalco - non aspettate il nuovo che potrebbe arrivare in autunno. Il virus circola, non lasciamogli libertà, agiamo ora". Per il professore "siamo vicini al picco del contagio e a metà luglio dovremmo avrlo superato".

 

I numeri delle vaccinazioni

Sono 138.339.717 le dosi di vaccino somministrate in Italia nelle ultime 24 ore, pari al 97,5% delle dosi consegnate che ammontano a 141.906.517. Di queste, 95.346.830 sono di Pfizer/BioNTech, 25.446.299 di Moderna, 11.514.524 Vaxzevria, 6.726.393 di Pfizer pediatrico, 1.849.471 di Janssen, 1.023.000 di Novavax. Il dato e' del report dedicato del ministero della Salute aggiornato alle 6.21 di oggi. Nella fascia over 12, con almeno una dose è il 91,51 della popolazione, pari a 49.407.857 dosi somministrate, mentre il ciclo completo riguarda il 90,11% della popolazione, pari a 48.656.015 dosi somministrate.

La dose addizionale/richiamo (booster) riguarda l'83,45% della popolazione potenzialmente destinataria, pari a 39.808.872 dosi somministrate. La seconda dose booster è stata somministrata al 44,20% della popolazione immunocompromessa, con 349.803 somministrazioni e al 21,09% delle persone fragili o anziane potenzialmente destinatarie, con 932.800 dosi somministrate. Per quanto riguarda la fascia 5-11 anni, con almeno una dose è  il 38,23% della popolazione, pari a 1.397.769 dosi somministrate, e il ciclo vaccinale completo riguarda il 34,90% della popolazione, pari a 1.276.077 dosi somministrate.

La quarta dose

Allargare in autunno la quarta dose ad altre fasce di età, per ora prevista solo per ultraottantenni e fragili anche alla luce della "Indiana", guardata con timore nell'attesa di capire quanto sia contagiosa. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato un ampliamento della platea delle persone vaccinabili con il secondo booster, al quale sta lavorando in vista della campagna di immunizzazione autunnale. Tra le ipotesi ci sarebbe quella di un'estensione del richiamo agli over60, ma potrebbe includere anche i cinquantenni. Nel frattempo aumentano i vaccini anti-Covid disponibili per i più giovani: l'azienda Novavax ha annunciato che la Commissione Europea ha approvato l'Autorizzazione all'Immissione in Commercio condizionata estesa per Nuvaxovid negli adolescenti in Europa di età compresa tra i 12 e i 17 anni, dopo il parere positivo dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema).

Vaccini aggiornati

Per Giorgio Palù, presidente dell'Aifa, il vaccino bivalente a mRNA aggiornato sul ceppo Ba.1 potrebbe "essere approvato" per settembre. Per quelli aggiornati su Ba.4 e 5 bisognerebbe aspettare l'inverno. Troppo in là perché "andrebbe somministrato a tutti gli over 60 a prescindere dalla presenza o meno di patologie. Del resto è quello che si fa con il vaccino antinfluenzale". Con questo alto numero di contagi "è statisticamente normale che qualche persona in più si ritrovi in ospedale con una polmonite - spiega -. Magari perché non vaccinata o con ciclo vaccinale incompleto o con patologie concomitanti. Ma questo non significa che Ba.5 sia più patogena". Non si possono escludere nuove mutazioni "ma fino ad oggi più il virus è diventato trasmissibile e minore è diventata la sua virulenza. È la tendenza di tutti i virus pandemici che non hanno interesse ad uccidere l'organismo che li ospita". Solo il 20% degli over 80 ha fatto la quarta dose: "Il problema è che gli anziani non si fanno convincere a fare il booster perché c'è l'evidenza delle reinfezioni e in più attendono i vaccini aggiornati. Ma invece sarebbe bene si proteggessero intanto con i  vaccini attuali che continuano ad essere efficaci contro le forme gravi di malattia"

Occhi puntati sulla variante indiana

Rispetto alla sorella maggiore Omicron 2 (BA.2), la nuova sottovariante  BA.2.75 "ha 8 mutazioni aggiuntive" sulla proteina Spike, illustra Ulrich Elling, biologo molecolare dell'Institute of Molecular Biotechnology (Imba) di Vienna. Un numero ritenuto significativo dagli esperti rispetto a quanto osservato in altre sottovarianti (per esempio in BA.5 sono 3). In tutto, invece, secondo i dati che vengono diffusi in queste ore via Twitter, sarebbero 11 le mutazioni che la distinguono da Omicron 5, l'attuale variante più diffusiva.  E a riassumere il timore principale che spinge gli addetti ai lavor' ad alzare il livello d'attenzione su questo mutante segnalato principalmente dall'India, dove appare "in crescita rapida", ma intercettato anche in altri Paesi come la Nuova Zelanda e il Regno Unito, è Eric Topol, scienziato americano direttore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, California: le mutazioni osservate su BA.2.75 "potrebbero rendere la fuga immunitaria peggiore di quella che stiamo vedendo ora", riflette. Questa nuova sottovariante, aggiunge l'esperto via Twitter, in India appare in competizione con Omicron 5.  La preoccupazione è che il vantaggio su BA.5 sia significativo al punto da rendere questa versione di Sars-CoV-2 sempre più contagiosa, a livelli che potrebbero essere superiori a un "campione di trasmissibilità" come il morbillo.   "Le mutazioni" osservate in BA.2.75 "stanno anche" riguardando "il dominio N-terminale" e il "dominio di legame del recettore". Ma, tiene a puntualizzare Elling, "è davvero troppo presto" per sapere se BA.2.75 avrà la capacità di rubare la scena a Omicron 2 e Omicron 5. Alcune mutazioni (3 per Elling) possono fare un'enorme differenza. E "il totale delle 11 mutazioni distinte fra Omicron 5 e BA.2.75 potrebbe consentire ancora un'altra ondata, poiché l'immunità di BA.5 potrebbe non" bastare a fare un adeguato muro.

La microbiologa Maria Rita Gismondo

La nuova sottovariante Omicron BA.2.75 è il segno che ci avviamo "alla classica endemizzazione" virale, secondo la microbiologa Maria Rita Gismondo. "A questo stiamo assistendo - spiega - se il trend evolutivo di Sars-CoV-2 continua così. Ce lo dice la storia delle pandemie: i virus diventano molto più contagiosi, ma si attenua la loro patogenicità", sottolinea la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, convinta che il nuovo mutante "sicuramente arriverà anche in Italia, così come è arrivato in altri Paesi dell'Occidente. E' impossibile escludere che arriverà anche da noi" perché "i virus non conoscono il concetto di confine", ribadisce Gismondo.  "BA.2.75 sembra sia molto più contagiosa", conferma l'esperta, "anche se queste notizie ci arrivano dall'India - osserva - dove le condizioni igienico-sanitarie certo non sono confrontabili con le nostre". In ogni caso, "non credo si possa parlare di un nuovo problema per l'estate o per l'autunno", rassicura Gismondo, bensì appunto di un ulteriore passo sulla strada che dalla pandemia porta all'endemia.