
Train surfing: la challenge che spinge i giovani a surfare sui treni (e rischiare la vita) per qualche like
Il “train surfing” consiste nel viaggiare aggrappati all’esterno di treni, metropolitane o tram in movimento, spesso in piedi sui tetti o appesi alle fiancate dei vagoni. Questa pratica, già esistente in alcune aree urbane degradate, è esplosa sui social media trasformandosi in una challenge virale che attira migliaia di imitatori.
La sfida ha conquistato particolare popolarità tra gli adolescenti di grandi città, dove i sistemi di trasporto pubblico offrono numerose “opportunità” per contenuti estremi. I partecipanti filmano se stessi mentre viaggiano illegalmente sui mezzi pubblici, spesso sincronizzando i movimenti con musiche trending o compiendo acrobazie sempre più pericolose.
Le conseguenze del train surfing sono potenzialmente devastanti: scosse elettriche dai cavi dell’alta tensione, cadute a velocità elevata, collisioni con tunnel, ponti o altri ostacoli. In Russia, Germania e Stati Uniti si sono registrati diversi morti e feriti gravi legati a questa pratica. Nonostante le campagne di sensibilizzazione e i controlli rafforzati, il fenomeno continua a diffondersi alimentato dalla viralità dei video e dalla percezione distorta del rischio tipica dell’adolescenza.
Quest’estate, due giovani minorenni sono stati denunciati per aver praticato “train surfing” sulla linea ferroviaria Brescia-Edolo, in provincia di Brescia, allo scopo di pubblicare un video della bravata (video grazie al quali sono peraltro stati identificati).