MARTA MIRCALLA PRANDELLI
Cronaca

Brescia, dove andranno i profughi in arrivo? Si attende la risposta della Prefettura: le ipotesi

L’attenzione è ormai puntata sull’hinterland della città o sulla provincia dato il diniego del sindaco di Brescia Laura Castelletti

Profughi (Foto archivio)

Profughi (Foto archivio)

Brescia, 2 agosto 2023 –  Dove andranno a finire i profughi che presto arriveranno a Brescia per decisione del Governo Meloni? Non vi è ancora una risposta, anche se l’attenzione è ormai puntata sull’hinterland della città o sulla provincia dato il diniego del sindaco di Brescia Laura Castelletti ad accogliere nuovi migranti a causa di pesanti criticità, che sono ben state chiarite da Palazzo Loggia.

Lunedì appresa la notizia, il Comune di Brescia e il sindaco Laura Castelletti hanno chiesto un incontro con la Prefettura, esprimendo forte contrarietà alla realizzazione di uno spazio di transizione all’interno della città (che già ospita 220 minori stranieri non accompagnati oltre a 92 posti Sai e da accoglienza ai cosiddetti “dublinanti“).

A pesare negativamente sulla scelta della struttura anche la localizzazione a ridosso del quartiere del Carmine, già molto complesso, e della sede del Progetto Strada, destinato alla tossicodipendenza. Inoltre, pur essendo agibile, ci sarebbero problemi di vivibilità, visto che, ad esempio, ci sarebbe un solo bagno disponibile.

In città non mancano le polemiche della politica, sia della Lega, sia di Fratelli d’Italia (per voce di Fabio Rolfi e Nini Ferrari, che sottolineano come la caserma Randaccio avrebbe dovuto “essere trasformata anni fa in campus universitario dato che arrivarono dei finanziamenti nazionali mai usati dalla giunta del Bono, che ha lasciato l’immobile nelle stesse condizioni in cui si trova oggi”. La Randaccio, ad ogni modo è di proprietà del Demanio e dunque dello Stato e dunque l’ultima parola spetterà alla Prefettura, che al momento non si esprime.

Intanto serve il piano B, e presto, perché oggi al centro di Bresso sono attesi 180 nuovi arrivi, che dovranno essere poi smistati nelle diverse province. A livello comunale l’accoglienza diventa volontaria. I sindaci della provincia, intanto, hanno espresso pareri simili a quello di Laura Castelletti, sia per problemi logistici sia per politica.