Omicidio di Bolzano: la lettera di Madè Neumair. "Da Benno invenzioni. Nessun pentimento"

Torna a farsi sentire la sorella del giovane reo confesso dell'omicidio dei due genitori

Peter Neumair e Laura Perselli, nel riquadro i figli Madè e Benno

Peter Neumair e Laura Perselli, nel riquadro i figli Madè e Benno

Bolzano - Una lettera aperta. La seconda, da quando il fratello è stato arrestato, con la terribile accusa di aver ucciso entrambi i genitori. Torna a farsi sentire Madè Neumair, la sorella minore di Benno, il giovane insegnate di matematica appassionato di culturismo in carcere da fine gennaio perché reo confesso dell'assassinio dei due genitori, Laura Perselli e Peter Neumair, docenti in pensione.

"Sarebbe semplice - scrive Madè - dire che ieri (fa riferimento al ritrovamento del corpo del padre Peter nell'Adige, ndr) si sia solo chiuso un cerchio. Sì, potremo dopo quasi quattro interminabili mesi iniziare a comprendere un po' di più cosa sia accaduto. Potremo avere la possibilità di un rito, un posto sul quale piangere, iniziare a sentire un poco di quella spiritualità andata perduta sotto alle macerie della violenza, delle indagini dell'incertezza e della paura. So anche che questo percorso sta solo iniziando". Lo afferma Madè Neumair in riferimento al ritrovamento della salma di suo padre Peter ieri nell'Adige.

Come fece dopo la confessione di suo fratello Benno, Madè - tramite il suo legale Carlo Bertacchi - ha pubblicato una lettera molto personale, piena di ricordi. Parla anche di suo fratello. "Per chi sta dietro alle sbarre pare sia un sollievo sapere che una delle innumerevoli menzogne per una volta, quando ormai tutto è perduto, quando ormai tutto è scontato, risulti veritiera. Al lupo al lupo, diceva Pierino. Provo ancora un'ondata di incredulità se penso al  Benno che ho visto in video raccontare la sua versione del duplice omicidio, il suo distacco, la sua indifferenza, la sua noia. Nessuna parola di rammarico, di pentimento, né per loro, né per noi. Troppe parole ancora inventate. Arrampicarsi sugli specchi che ormai giacciono in frantumi ai nostri piedi".

"Applausi - scrive Madè - Mi sono pian piano accorta che non siamo preparati a capire realmente cosa sia un omicidio. Non è nella nostra natura capire fino in fondo cosa sia una morte violenta. Sto facendo tanta fatica a capire come due esistenze, due anime in mezzo a una vita, possano essere uccise da un momento all'altro dalla persona alla quale volevano il bene che un genitore vuole a un figlio". "Voi che mi state incominciando a mancare in un modo devastante. Riposate in pace", finisce così la lettera.