La sorella di Benno: "Da subito ho sentito che era stato lui"

Parla Madè Neumair: "Mio fratello si lamentava con me al telefono delle domande che gli venivano rivolte"

Madè con la madre Laura (dai social)

Madè con la madre Laura (dai social)

Bolzano - Madè Neumair, la sorella di Benno, l'appassionato di fitness in carcere con l'accusa di aver ucciso i genitori, Laura Perselli e Peter Neumair, docenti in pensione, si fa sentire per la prima volta dopo che è stata resa nota la notizia della confessione del fratello. "La confessione di Benno non è un traguardo - esordisce - In questo momento per me rappresenta semplicemente un'ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo davanti a me come un processo puramente indiziario".

La convinzione della colpevolezza

Dalle parole di Laura emerge il risentimento accumulato nei confronti del fratello, con il quale Madè, 26 anni, che lavora come medico in un ospedale a Monaco di Baviera, avrebbe sempre avuto un rapporto difficile. E, allo stesso tempo, il grande amore nei confronti dei genitori, strappati al suo affetto troppo presto.  "Il fatto che Benno abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma il mio papà la sera del 4 gennaio - spiega la sorella del giovane personal trainer in carcere per aver ucciso Peter Neumair e Laura Perselli - Per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 5 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime settimane seguenti all'accaduto, stento a credere - continua - come io sia riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità non venisse mai alla luce". 

Poi il ricordo commosso di Laura e Peter. "Ho sentito i miei genitori vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di alzarmi ogni volta la mattina - racconta  Madè - mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro. Ho vissuto i primi giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza dei miei genitori, scrutando arrogantemente in basso verso i giornalisti e i carabinieri, poco dopo lamentandosi con me al telefono su quanto fosse nauseato e irritato da tutte le 'strane domande', sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida fabbricare spontanee teorie depistanti e palesi menzogne". 

"Benno non si è pentito"

Benno ha confessato. Ma la sorella non è fiduciosa su un suo ravvedimento. "Non credo a un sentimento di pentimento da parte di Benno - ribadisce Madè - e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime che presentava ovvi segni di violenza, fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico e non l'effetto di una dissoluzione di schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione, attuate nelle settimane successive ai fatti. Negazione e rimozione mi appaiono ben poco compatibili con l'intensa attività di mio fratello di depistare e inquinare in maniera calcolata e lucida le prove a suo carico". 

Le ultime parole suonano come un atto di accusa nei confronti del fratello. "Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male - continua - che l'amore di una mamma e di un papà non può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a mani nude. Credo però ancora fermamente che la verità possa e debba vincere. Il mio cuore in questo momento è colmo dell'amore che sento fortemente per i miei genitori, della gratitudine nei confronti dell'Arma, degli inquirenti e dei miei legali, della vicinanza che sento per la mia famiglia da parte di un mondo intero, del bene e della luce che riesco a vedere  nonostante tutto nella mia vita, 'della vita che vuole la vita', come diceva sempre mia mamma".