Omicidio di Bolzano, il cadavere ritrovato nell'Adige è di Peter Neumair

Il corpo senza vita avvistato a Ravina di Trento. L'uomo era scomparso insieme alla moglie Laura Perselli il 4 gennaio: il figlio Benno ha confessato l'omicidio

Laura Perselli e Peter Neumair, uccisi dal figlio Benno

Laura Perselli e Peter Neumair, uccisi dal figlio Benno

Trento - Il cadavere trovato questa mattina nelle acque del fiume Adige a Ravina di Trento è di Peter Neumair. Lo conferma l'avvocato Carlo Bertracchi, legale di Madè Neumair, sorella di Benno. L'identificazione sarebbe avvenuta tramite alcuni effetti personali trovati sul corpo, in particolare l'orologio. La conferma definitiva potrà arrivare comunque solo dall'esame del Dna che la Procura di Bolzano intende disporre nelle prossime ore. Dal 4 gennaio erano in corso le ricerche dell'uomo ucciso a Bolzano insieme alla moglie Laura Perselli dal figlio Benno30enne insegnante di matematica alle media e appassionato di fitness. Il cadavere è stato avvistato nelle acque dell'Adige da un ragazzo che stava passeggiando con il suo cane lungo il fiume, nei pressi del museo di scienze Muse, all'altezza della pista ciclabile. Il giovane ha lanciato l'allarme e sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco e gli agenti della Squadra Mobile: secondo i primi rilievi il corpo recuperato era in acqua da molto tempo ed è in forte stato di decomposizione. Al lavoro anche la Scientifica. Arriva quindi a un punto di svolta decisivo l'indagine per il duplice omicidio avvenuto a inizio anno. Il corpo di Laura Perselli era stato ritrovato nel fiume il 6 febbraio.

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La confessione di Benno Neumair

Benno è stato ingadato e portato in carcere alla fine di gennaio. Dopo qualche settimana, il 30enne ha confessato ai magistrati l'omicidio dei genitori, avvenuto al culmine dell'ennesima lite. Drammatico il suo racconto in Procura: “Ho zittito mio padre – dice Benno - Ho preso dalla bacinella di plastica, dove ho gli attrezzi, la prima corda da arrampicata che ho trovato. Eravamo in corridoio, siamo cascati insieme per terra, ma non so se l’ho strozzato da dietro o da davanti. Ricordo solo che ho stretto molto forte. Poi sono rimasto seduto, sdraiato in corridoio”. Passa qualche minuto e la madre Laura Neumair rientra a casa: "Mi sono di nuovo agitato sentendo il rumore del cellulare e poi subito dopo il rumore del chiavistello – racconta l'insegnante - Mi sono mosso verso la porta: è entrata la mamma. Avevo ancora il cordino in mano e mi è venuto di fare la stessa roba, senza nemmeno salutarla”. 

Il mistero

Di Laura Perselli e Peter Neumair, insegnanti in pensione con la passione per la montagna e le passeggiate, si era persa ogni traccia dal 4 gennaio. A denunciare la scomparsa fu proprio il figlio Benno, che la scorsa estate era tornato a vivere con i genitori dopo un periodo trascorso in Germania. Il giovane disse di essere uscito la mattina del 4 gennaio per fare una passeggiata con il cane e di aver visto la porta della camera dei genitori chiusa. Subito partirono le ricerche, che si concentrarono fin dall'inizio sulle zone frequentate dai due ex docenti per le loro uscite. Vigili del fuoco, volontari di protezione civile e forze dell'ordine batterono l'altipiano del Renon, le valli circostanti e i sentieri lungo il fiume Adige.

Le indagini su Benno

Nel contempo erano scattate anche le indagini dei carabinieri. Sotto i riflettori era finito il figlio Benno, carattere ombroso e una grandissima passione per il body building, che l'ha portato anche a pubblicare una serie di tutorial su YouTube riguardo esercizi e metodi d'allenamento. Benno, prima di venire indagato, aveva raccontato agli inquirenti di aver trascorso a casa di un'amica parte della notte dell'ultimo giorno in cui i suoi genitori erano stati visti vivi. Qui, si è scoperto dopo, era arrivato in ritardo rispetto ai tempi necessari per coprire il tracciato fra via Castel Roncolo e l'abitazione della giovane. Il 30enne aveva poi chiesto all'amica di lavargli i vestiti che aveva con sé. Qualche giorno dopo il giovane era stato bloccato all'ingresso di un autolavaggio. Stava per pulire la Volvo V70 di famiglia, a bordo della quale era stata recuperata una bottiglia di acqua ossigenata. Questo e altri elementi avevano portato la Procura a spiccare nei suoi confronti un decreto di fermo.