Vaccini gratis in Lombardia, da ottobre si amplia l’offerta per minori e giovani

Dall’anti-meningococco B a quello contro il papillomavirus: piano aggiuntivo dal costo stimato di 20,69 milioni di euro. Ecco chi ne ha diritto

Da ottobre si amplia l'offerta di vaccini per i giovani e i minori in Lombardia

Da ottobre si amplia l'offerta di vaccini per i giovani e i minori in Lombardia

Milano, 17 settembre 2024 – Il vaccino anti-meningococco B, quello contro il papillomavirus, quello contro la dengue e quello contro la meningoencefalite da zecche. Sono le vaccinazioni che, a partire da ottobre, Regione Lombardia offrirà gratuitamente ad alcune categorie, perlopiù minori o giovani. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso. Si amplia in questo modo l’offerta già compresa nel Piano Nazionale di Prevenzione vaccinale 2023-25: il piano aggiuntivo prevede un costo stimato in 20,69 milioni di euro.

Nuovi vaccini, chi ne ha diritto

Da ottobre sarà possibile accedere gratuitamente al vaccino anti-meningococco B per gli adolescenti (nati dal 2012 ) e non vaccinati precedentemente in seguito alla offerta vaccinale per papillomavirus.

Per i minori con condizioni di rischio sarà disponibile quello contro la meningoencefalite da zecche. E ancora, molto importante, l’anti-papillomavirus fino a 26 anni. Infine, il vaccino anti-dengue in caso di focolai epidemici e per pazienti diagnosticati per dengue autoctono.

Bertolaso: “Proteggere i fragili”

“Abbiamo deciso di ampliare ulteriormente l’offerta vaccinale – ha detto l’assessore Bertolaso – poiché intendiamo proteggere in particolare i giovani e le persone più vulnerabili e prevenire patologie che possono avere conseguenze gravi. Questi vaccini si aggiungono a quelli già previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e sono frutto di un’attenta analisi dei bisogni di salute della nostra popolazione. Ancora una volta dimostriamo di lavorare sulla prevenzione con i fatti e non con le parole, mettendo in atto quello che abbiamo previsto nel Piano Socio Sanitario Regionale”.