FEDERICA PACELLA
Cronaca

Minori soli, sos per 1.246 fantasmi. Caccia ai tutori che non si trovano

Non solo Ucraina, il fenomeno degli adolescenti non accompagnati è un problema. Solo 200 i volontari

Bambini in una foto di archivio

Milano - ​Circa 200 tutori volontari attivi per 1.246 minori stranieri non accompagnati (Msna) presenti su tutto il territorio lombardo già prima dell’emergenza Ucraina. Un problema cronico, che ora rischia di esplodere a fronte dell’arrivo di tanti minori non accompagnati dall’Ucraina. Se è vero, infatti, che la maggior parte dei minori che raggiunge l’Italia ha un adulto di riferimento, per ciascuno va comunque assegnato un tutore, che i Tribunali dei Minorenni di Milano e Brescia dovrebbero individuare dall’elenco fornito dal Garante per l’Infanzia e Adolescenza della Lombardia. Il nuovo bando, aperto il 23 febbraio scorso, ha già ricevuto 150 candidature, ma i numeri sono ancora troppo bassi. Il problema è a monte, perché nonostante la legge Zampa abbia istituito la figura del tutore volontario di Msna sin dal 2017, le adesioni sono rimaste sempre molto basse rispetto alle necessità. Ufficialmente sono 390 i tutori in Lombardia, di cui 300 gravitano sul Tribunale dei Minorenni di Milano, meno di un centinaio su quello di Brescia; quelli attivi sono però solo 200 a fronte di 1245 Msna indicati dal report di febbraio del ministero del Lavoro.

«La legge è una delle più evolute sul fronte dell’accoglienza – spiega il garante per l’infanzia e l’adolescenza della Lombardia, Riccardo Bettiga – in quanto, al di là del lavoro fatto dalle comunità educative, il tutore volontario rappresenta un punto di riferimento anche dopo il compimento dei 18 anni, per l’inserimento in società". Nei primi due mesi del 2022 (pre-Ucraina), in Lombardia si sono registrati 342 arrivi di Msna, che si aggiungono agli oltre 800 presenti a fine 2021, in prevalenza maschi tra i 15 e i 18 anni, che raggiungono territori in cui sono già insediate comunità del Paese di origine. Le aree di provenienza principali sono Egitto, Pakistan e Bangladesh, con una prospettiva di permanenza in Italia, dove arrivano soprattutto per trovare lavoro, anche se non mancano casi di vittime di persecuzioni per motivi etnici. Alcuni territori come Brescia, Cremona e Mantova, però, sono particolarmente sguarniti di tutori: dove mancano, la responsabilità è in capo al sindaco. "La presenza di un tutore – spiega Bettiga – è fortemente preventivo rispetto al rischio che il minore finisca nella rete delle criminalità organizzata. Aumentare il numero significa poter migliorare qualitativamente il percorso di accoglienza". Le 150 candidature per il nuovo bando sono un segnale positivo. "L’auspicio è che l’emergenza Ucraina dia un nuovo impulso alle disponibilità di tutori".