Le valanghe della Marmolada: dai 300 soldati morti nel 1916 al rifugio distrutto nel 2020

La montagna più alta delle Dolomiti porta con sè una lunga storia di feriti e vittime

Trento, 3 luglio 2022 - Il ghiacciaio della Marmolada, che oggi ha provocato almeno sei morti e altri feriti a causa del crollo di un seracco di ghiaccio, porta con sé una lunga storia di valanghe e vittime. Dal 1916 con 300 soldati austriaci morti alle slavine che, negli ultimi anni, hanno messo a repentaglio la vita di sciatori, fino alla distruzione di un rifugio. Ripercorriamole. 

1916

Storica fu quella della notte del 13 dicembre 1916, quando un'enorme massa di neve si staccò dai costoni settentrionali della montagna e travolse il villaggio della riserva al Gran Poz, uccidendo circa trecento soldati austriaci che dormivano nelle baracche in legno costruite per la Grande Guerra. Per colpa del segreto militare e per la confusione del conflitto restò per sempre ignoto il numero esatto delle vittime. Ma quello che successe indusse i comandi austroungarici ad accelerare i lavori di completamento della 'Citta di Ghiaccio', dove molti uomini poterono trovare riparo proprio tra i ghiacci della montagna regina delle Dolomiti e ancora oggi si trovano reperti di quell'epoca.

2009

Per il ponte della Festa del Lavoro, nel 2009, due escursionisti veneti invece, trovarono la morte dopo essere finiti sotto la neve in Val di Fassa, sulla Marmolada, a Pian dei Fiacconi . Furono soccorsi e estratti, ma spirarono una volta portati in ospedale, uno il 2 e l'altro il 7 maggio.  

2010

A marzo 2010 un'auto con a bordo una coppia di turisti austriaci venne parzialmente sommersa da una valanga partita da una zona rocciosa nei pressi del passo Fedaia, al confine fra le province di Trento e Belluno. I due risucirono ad uscire illesi dal mezzo che riportò gravi danni.

2011

Le slavine nella zona mettono a rischio anche gli sciatori sulle piste e scialpinisti. L'8 dicembre 2011 tre bresciani furono coinvolti da una slavina partita sotto i loro piedi, in due finirono in ospedale con fratture ma se la cavarono.

2014

Anche nel 2014 altre quattro persone furono soccorse e salvate, dopo che erano finite sotto la neve: questa volta era il primo maggio. Il distaccamento avvenne nella parete nord ovest di Punta Penìa, a 3.000 metri di quota.

2020

Più di recente, nel 2020, sempre a dicembre, ma in una zona non lontana da quella dove si è verificato il distaccamento di oggi, un fronte molto ampio di neve coprì e distrusse il rifugio Pian dei Fiacconi, a quota 2.626 metri. In quel periodo era ancora chiuso, la stagione invernale non era ancora stata avviata e solo per quello si evitarono vittime: numerosi sono gli scialpinisti che frequentano i dintorni del rifugio, mentre la stazione a monte dell'impianto di risalita era stata dismessa da circa un anno. Le abbondanti nevicate di quel periodo avevano sconsigliato le persone dall'avventurarsi. La valanga si era staccata da Punta Penia, posta a 3.343 metri e venne avvistata da un elicottero in sorvolo, il giorno dopo. I danni alla struttura sono stati importanti e non ancora riparati. La statale del passo Fedaia, che arriva ai piedi della montagna e dove c'è l'omonimo lago artificiale - e dove quest'anno è arrivata la penultima e decisiva tappa del Giro d'Italia - spesso d'inverno viene chiusa per distaccamenti di rocce o slavine.

2022

Oggi, domenica 3 luglio,  un grosso seracco di ghiaccio è crollato sulla Marmolada, la più alta delle montagne delle Dolomiti. Nell'incidente sono rimaste coinvolte almeno 15 persone: al momento sarebbero sei i morti e otto i feriti. Immediato l'intervento dei soccorsi, anche con i droni per trovare eventuali dispersi. Le operazioni, però, non sono semplici perché prima deve essere messa in sicurezza l'area poiché c'è il rischio di altri distacchi.  Le alte temperature in quota sono ritenute le principali responsabili di quanto accaduto, e su questo si trovano concordi chi la montagna la conosce di persona per esservi cresciuto, chi ha a che fare con essa per ragioni scientifiche e, infine, chi in politica e' chiamato a trovare soluzioni. Proprio ieri sulla Marmolada era stato raggiunto il record con circa 10 gradi in vetta.  Ma, stando alla Protezione Civile, non si esclude l'evento geologico. La procura di Trento ha aperto un fascicolo: disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti.