Marmolada, crolla grosso seracco: 6 morti e 8 feriti, due gravi. Ci sono dispersi

L'incidente vicino a Punta Rocca, lungo l'itinerario per la vetta. Ricerche anche con i droni. Zaia: ieri il record delle temperature

Domenica pomeriggio, un grosso seracco di ghiaccio è crollato sulla Marmolada, la più alta delle montagne delle Dolomiti. Nell'incidente sono rimaste coinvolte diverse persone: al momento sarebbero sei i morti e otto i feriti, di cui due in gravi condizioni.  Altre sono state portate a valle. In serata i soccorritori hanno fatto sapere che i dispersi sarebbero sedici. E hanno aggiunto che "è difficile che ci siano sopravvissuti". Le operazioni di ricerca, però, non sono semplici perché prima deve essere messa in sicurezza l'area poiché c'è il rischio di altri distacchi.  Le alte temperature in quota sono ritenute le principali responsabili di quanto accaduto, e su questo si trovano concordi chi la montagna la conosce di persona per esservi cresciuto, chi ha a che fare con essa per ragioni scientifiche e, infine, chi in politica e' chiamato a trovare soluzioni. Proprio ieri sulla Marmolada era stato raggiunto il record con circa 10 gradi in vetta.  Ma, stando alla Protezione Civile, non si esclude l'evento geologico. La procura di Trento ha aperto un fascicolo: disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti. Ad occuparsi delle indagini, con il procuratore Sandro Raimondi, è il pm Antonella Nazzaro. "E' un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l'identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati" dalla colata di ghiaccio e sassi, apprende l'Ansa dagli inquirenti. 

Il crollo del seracco

Sulla Marmolada, a 3.000 metri, trecento dalla vetta, tra Punta Rocca e Punta Penia, si è staccato un fiume di ghiaccio. C'è stato un crollo del ghiacciaio e si è staccata una massa di enormi dimensioni che ha percorso il ghiacciaio per chilometri scavalcando un seracco e arrivando fino nella parte inferiore del ghiacciaio.  La valanga misto neve, ghiaccio e roccia e si è abbattuta lungo la via normale della Marmolada travolgendo gli alpinisti e gli escursionisti che stavano salendo. Il fronte del seracco ha un fronte di circa 300 metri.

Seracco: cosa è, come e dove si forma, perché si può staccare

Gli escursionisti: morti, feriti e dispersi

Diverse le persone coinvolte dal distacco, probabilmente divisi in più cordate: 6 i morti e 8 i feriti (due stranieri).  Sono state identificate quattro delle sei vittime: si tratta di tre cittadini italiani, mentre il quarto è di nazionalità ceca. Restano da identificare un uomo ed una donna. Fra i dispersi ci sono sicuramente italiani, tedeschi e cechi, e probabilmente anche romeni.  Il consolato della Romania è in contatto con i carabinieri per appurarlo. Le salme delle vittime sonostate portate allo stadio del ghiaccio di Canazei, il paese della Val di Fassa che si trova a pochi chilometri dal passo Fedaia, dove parte la funivia per salire in vetta. Al palazzo del ghiaccio è inoltre stato attivato un team di psicologi per assistere i parenti.  Degli otto feriti, due sono stati trasportati all'ospedale di Belluno, uno piu' grave a Treviso, cinque a Trento.

Sedici gli escursionisti ancora dispersi, secondo fonti dei soccorritori che stanno ancora lavorando per definire con certezza il numero esatto. Un equipaggio dei vigili del fuoco permanenti di Trento è stato portato sul ghiacciaio per proseguire le ricerche con i droni.  Nel frattempo, il Soccorso Alpino ha istituito un numero da contattare sottolineando, in italiano e in inglese, che deve essere utilizzato esclusivamente per segnalare il mancato rientro di amici e familiari:  0461/495272.  Secondo le verifiche fatte sulle strade di Passo Fedaia e nei parcheggi attorno al lago Fedaia, da cui partono gli attacchi dei sentieri che portano alla Marmoalda ci sono 16 auto il cui proprietario non è ancora stato identificato. "Al momento non sappiamo se le auto sono delle sei persone decedute o dei dispersi o di persone che non sono interessate all'evento. Questo lo sapremo domani sulla base delle segnalazioni e delle indicazioni che arriveranno",  ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Delle verifiche saranno fatte anche sul lato bellunese della montagna, si apprende, perché da malga Ciapela potrebbero esser salite altre persone. "Una situazione che lascia comunque poca speranza", ha detto il capo della Protezione civile del Trentino, Raffaele De Col. 

Evacuazione cima e rifugio

Diciotto persone sono state fatte evacuare dalla cime di Punta Rocca e sono state fatte rientrare tutte quelle che si trovavano più in basso. Evacuati anche degli ospiti del rifugio Punta Penia (3.343 metri) che sono stati trasportati a valle con gli elicotteri dato il pericolo del verificarsi di ulteriori valanghe. Capanna Punta Penia è un rifugio alpino sulla vetta del gruppo della Marmolada, a cavallo fra Trentino-Alto Adige e Veneto, costruito da una guida alpina verso la fine degli anni quaranta con i resti di una postazione austriaca della prima guerra mondiale. "Il ghiacciaio della Marmolada è chiuso a tutti. Oggi è un giorno triste... Altri pezzi di ghiaccio sono a rischio distacco", ha scritto Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penia. "Oggi da Punta Rocca si è staccato un blocco di ghiaccio gigantesco - dice, condividendo sui social un video girato dall'alto - ha preso dentro tutta la linea del ghiacciaio, è andato giù fin sotto Pian dei Fiacconi. Ha travolto un sacco di persone. Il ghiacciaio da questo momento è chiuso, nessuno può più salire per il ghiacciaio. Oggi sono morte tante persone purtroppo". Al momento si stanno verificando le auto parcheggiate per cercare di capire se e quanti manchino ancora all'appello. Un elicottero con a bordo personale dell'Arpav e del Soccorso alpino effettua ricognizioni dall'alto. 

I soccorsi e le ricerche

Subito dopo il crollo del seracco, è immediatamente interevnuto il soccorso alpino con elicotteri ed unità cinofile. Sul posto anche gli elicotteri del Suem di Pieve di Cadore, di Dolomiti Emergency di Cortina, di Trento, della Protezione civile della Regione Veneto e dell'Air service center. Le operazioni di soccorso sono state rese più difficili dalle alte temperature in quota e dal rischio di nuovi crolli. E in serata sono state interrotte (proseguono con i droni dei vigili del fuoco), perchè è necessario mettere in sicurezza l'area. L'elicottero del Soccorso Alpino di Trento sta provvedendo alla bonifica dell'area con la 'Daisy Bell' (un sistema elitrasportato per il distacco programmato delle valanghe, ndr) e scongiurare così il più possibile il pericolo crolli. Anche questa notte il ghiacciaio sarà illuminato e proseguiranno i controlli. Domani sarà fatta una valutazione con i glaciologi di Arabba e Meteo Trentino e anche un geologo valuterà le cause del crollo.

"Il seracco è ancora ampiamente aperto e vanno fatte verifiche sulla stabilità. È stata fatta una ordinanza di divieto assoluto al ghiacciaio condivisa dai Comuni di Canazei e da quello di Rocca Pietore", ha detto il capo della Protezione civile del Trentino, Raffaele de Col. "È saltata giù una parte di ghiacciaio che era lì da centinaia di anni, è un evento straordinario", ha sottolineato il presidente del Soccorso Alpino Maurizio Dellantonio, sottolineando che la situazione è ancora in evoluzione. "Da un immediato sopralluogo - ha detto - abbiamo capito che c'è un pericolo a monte del ghiacciaio in quanto la 'calotta' di ghiaccio si è staccata, ma è rimasto un pezzetto in bilico, che non è un pezzetto piccolo ma parliamo di centinaia e centinaia di metri cubi di ghiaccio". Per questo al momento sono state sospese le ricerche di eventuali dispersi. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, non ha nascosto l'apprensione, mentre stava raggiungendo Canazei dove è stato allestito un punto operativo".

Marmolada, crolla grosso saracco di ghiaccio. "Rischio altri distacchi"

I testimoni

 "Abbiamo sentito un rumore forte, tipico di una frana, poi abbiamo visto scendere a forte velocità a valle una specie di valanga composta da neve e ghiaccio e da lì ho capito che qualcosa di grave era successo. Col binocolo da qui si vede la rottura del serracco, è probabile che si stacchi ancora qualcosa", ha detto all'Ansa uno dei responsabili del Rifugio Castiglioni  Marmolada, testimone del crollo del serracco che ha provocato diverse vittime. "Il boato, che si è sentito distintamente intorno alle nostre montagne, ci ha fatto capire subito che era successo qualcosa di grave, tant'è che sono subito corso a chiamare i soccorsi", ha aggiunto la guida alpina. mentre, in un'intervista al Tgr Rai Trentino, un'alpinista che si trovava sulla Marmolada con il marito ha raccontato: "Abbiamo sentito un rumore come se fosse di una pioggia fortissima, ci siamo voltati e abbiamo visto sei o sette persone che hanno cominciato a correre per scappare però è venuta giù un'onda nera velocissima che ha coperto tutto. C'erano delle guide alpine che ci hanno un attimo calmato e hanno chiamato i soccorritori, ci hanno detto cosa fare". Uno dei soccorritori, parlando con l'Ansa, ha detto di non aver "mai visto una cosa del genere in Marmolada. Non è la solita valanga invernale, grado due, grado tre: è la natura. Se volessimo fare un paragone con l'edilizia potremmo parlare di un cedimento strutturale". 

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La causa del crollo, le ipotesi

Le alte temperature in quota sono ritenute le principali responsabili di quanto accaduto, e su questo si trovano concordi chi la montagna la conosce di persona per esservi cresciuto, chi ha a che fare con essa per ragioni scientifiche e, infine, chi in politica e' chiamato a trovare soluzioni. Proprio ieri sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta.  

"Sono salito piu' volte sulla Punta di Rocca - ha detto all'Agi l'alpinista Reinhold Messner - ma non vado li' da tanti anni ormai. Il ghiaccio li' e' quasi tutto andato, non c'e' piu' ghiaccio. Questi seracchi cadono, certo, per la gravita', ma la causa vera, originaria, e' il caldo globale, che fa sciogliere i ghiacciai e rende piu' probabile che si stacchi un seracco". Il crollo e' avvenuto nel tratto che da Pian dei Fiacconi porta a Punta Penia lungo la via normale che porta alla vetta. "Li', poiche' non c'e' quasi piu' ghiaccio - ha aggiunto Messner - il seracco non deve essere molto grande. Cio' che e' accaduto li', accade ogni giorno in tutti i ghiacciai".  Per la scienza, quello avvenuto sulla Marmolada e' un "evento destinato a ripetersi", determinato dalle alte temperature. 

"Da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l'inverno socrso c'è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall'Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una 'pancia': infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c'è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base", ha affermato Renato Colucci, dell'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche. "Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale - ha continuato l'esperto -, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L'atmosfera e il clima, soprattutto al di sopra dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del 'nuovo' clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione".

L'esperto lancia l'allarme: "Temperature abnormi, i ghiacciai non sono più in equilibrio"

"È fragile la montagna, il cambiamento climatico rende ancor più fragile quello che era già un corpo complesso, beni collettivi da proteggere. Lo abbiamo visto oggi ancora una volta oggi nel crollo sulla Marmolada. Sappiamo che frane di roccia e di ghiaccio vi saranno ancora, gli ecosistemi si stanno infragilendo. Così le rocce, anche per effetto della contrazione dei ghiacciai e della riduzione delle precipitazioni", ha aggiunto Marco Bussone, presidente nazionale dell'Uncem, l'Unione delle comunità montane. "Prevenire è complesso - ha aggiunto - sbagliato però dire che 'la montagna uccidè. La crisi ecologica e ambientale che viviamo rende la montagna più fragile, problema serio di una collettività, del nostro Paese, che non può passare oltre".

Il cordoglio

"Oggi è accaduta una tragedia che nessuno era in grado di prevedere. Questa e' una giornata di lutto per il Trentino. Ringraziamo gli uomini e le donne della Protezione civile scesi in campo per le operazioni di ricerca e soccorso impegnati in queste difficili ore. Alla luce dei pericoli legati ad eventuali nuovi distacchi, la nostra priorita' e' tutelare la loro incolumita'", ha affermato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. "Quanto è successo oggi sulla Marmolada è una tragedia che ci tocca tutti e che ci colpisce profondamente - ha aggiunto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia - La macchina della Regione Veneto è intervenuta con tutti i mezzi, gli operatori e i volontari possibili per portare in salvo i feriti, alcuni dei quali sono stati trasportati e presi in carico dalle nostre strutture ospedaliere. Continuo, soprattutto tramite la Protezione Civile e il Suem 118 regionale (i cui uomini e donne stanno dando il massimo, lavorando senza sosta), a seguire gli sviluppi di un incidente che si fa fatica ad accettare e a comprendere. Siamo vicini ai famigliari delle vittime di questa terribile domenica sulla Regina delle Dolomiti".

Immediato il cordoglio del mondo politico. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha espresso il più profondo cordoglio per le vittime del terribile crollo sulla Marmolada. Il governo - ha fatto sapere palazzo Chigi - è vicino alle loro famiglie e a tutti i feriti. Draghi e' costantemente informato sull'andamento dei soccorsi dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, dal presidente della Regione Trentino Maurizio Fugatti, dal soccorso alpino, dai vigili del fuoco, dalle autorita' locali, che ringrazia per il loro incessante lavoro".  "Sono profondamente addolorata, a familiari delle vittime e a tutte le persone coinvolte la mia vicinanza", ha scritto su Twitter il presidente del Senato, Elisabetta Casellati. E ha aggiunto: "Seguo con grande apprensione la ricerca dei dispersi. Un ringraziamento di cuore ai soccorritori per il lavoro incessante di queste ore". Parole simili dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini: "Una tragedia immane. Il mio cordoglio alle famiglie delle vittime, vicinanza ai territori coinvolti. Un plauso ai  soccorritori per il loro prezioso operato". Poi, Enrico Letta, segretario del Pd: "Dolore, sgomento e vicinanza alle famiglie delle vittime della terribile tragedia della Marmolada". Si è unito al cordoglio anche Davide Crippa, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera: "La valanga che si è abbattuta sulla Marmolada è una tragedia che lascia sgomenti. Esprimo profondo cordoglio alle famiglie delle vittime coinvolte e un ringraziamento a tutti i soccorritori impegnati in queste drammatiche ore". E il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "Dolore e sgomento. In queste ore drammatiche non possiamo che stringerci forte al dolore delle famiglie delle vittime a cui rivolgiamo il nostro cordoglio. E non possiamo che ringraziare gli eroici soccorritori che stanno mettendo in salvo tante vite in condizioni difficilissime". Un tweet anche dal leader della Lega Matteo Salvini: "Una preghiera e un abbraccio a chi sta scavando nel ghiaccio per salvare vite".

I precedenti

Circa un mese fa, il crollo di un seracco in Valle d'Aosta aveva provocato due morti e nove deriti. I seracchi sono una formazione tipica dei ghiacciai, a forma di torre o di pinnacolo, che si formano con l’allargamenti di crepacci, cioè falde nelle superfici ghiacciate. Ma la Marmolada ha una lunga storia di slavine e vittime: dai 300 soldati austriaci morti nel 1916 al rifugio Pian dei Fiacconi distrutto nel 2020.