
L'orso bruno europeo
La tragedia di Omar Zin, ucciso da un’orsa in Romania, dopo che il motociclista lombardo si era fermato per scattare delle foto nel luogo in cui l’animale aveva i suoi 3 cuccioli, ha riportato d’attualità il tema del rapporto tra esseri umani e animali selvatici, orsi in particolare, in contesti naturali come sentieri per il trekking, boschi e aree di montagna. Ecco dunque un vademecum ufficiale, che integra quello predisposto dal Parco delle Orobie Bergamasche, in Lombardia, e quello della Provincia autonoma di Trento, che si basa sulle linee guida elaborate dalla Safety in Bear Country Society validate da 38 esperti internazionali dell’International Association for Bear Research and Management (IBA). Il testo è stato approvato anche dallo Human-Bear Conflicts Expert Team del Bear Specialist Group dell’IUCN/SSC.
Life Ursus, dal Trentino alla Lombardia

L’orso bruno europeo è tornato a essere parte integrante dell’ecosistema delle Alpi col progetto Life Ursus, che tra il 1999 e il 2002 ha permesso il rilascio in Trentino di nove esemplari provenienti dalla Slovenia. Questa iniziativa ha favorito la ricostituzione della popolazione locale fino ad una quarantina di esemplari che, transitando sulle Alpi, dal Trentino hanno poi raggiunto la Lombardia, coinvolgendo le province di Brescia, Bergamo (dal 2008 è ricomparso nel Parco delle Orobie Bergamasche) e Sondrio.
La probabilità di un incontro diretto con l’orso rimane generalmente bassa, considerando la natura schiva e prudente di questo animale, che grazie a un eccellente senso dell’olfatto e dell’udito tende a evitare il contatto con l’uomo.
Non lasciare cibo agli orsi
È fondamentale non lasciare mai cibo o rifiuti organici nei boschi, nei pressi di baite o rifugi. Tutti i resti devono essere riportati a casa o conferiti in contenitori non accessibili agli animali. Gli orsi non devono associare la presenza dell’uomo a fonti alimentari, poiché questo rappresenta una delle principali cause di conflitti.
Non avvicinarsi a carcasse di animali
Fare molta attenzione a non avvicinarsi a carcasse di animali o altri alimenti che l’orso potrebbe essere intento a consumare. L’orso sarebbe indotto a pensare che vogliate portargli via il cibo e dunque a difendere la propria ‘preda’. Attenzione anche a grotte e anfratti che potrebbero tane degli orsi.
Non avvicinarsi ai cuccioli

È sconsigliato avvicinarsi a cuccioli di orso anche se al solo scopo di scattare qualche bella fotografia. Anche se non la si vede, la mamma è senz’altro nei dintorni per accurdirli e potrebbe attaccare per difenderli.
Udito: è bene farsi sentire
Gli orsi bruni europei temono naturalmente la presenza umana e tendono a evitarla ma sono animali selvatici che, se sorpresi o minacciati, possono manifestare comportamenti aggressivi, specialmente se devono difendere la prole o una fonte di cibo. Dato che gli orsi hanno un buon udito è consigliato segnalare la propria presenza nei boschi frequentati dagli orsi, parlando a voce alta o battendo le mani, in modo da evitare incontri inaspettati.
Avvistamento a distanza

Se si avvista un orso che non si è ancora accorto della nostra presenza, è preferibile allontanarsi silenziosamente, mantenendolo nel campo visivo. Nel caso in cui l’animale ci noti e si allontani, comportamento più comune, si consiglia di attendere prima di riprendere il cammino, evitando di proseguire nella stessa direzione. È bene camminare con tranquillità, senza infastidire l’animale lanciando sassi o bastoni, né tentare di scacciarlo con gesti minacciosi o urla. Non è consigliabile nemmeno avvicinarsi offrendo cibo o altro, per attirare la sua attenzione e poterlo osservarle o fotografare.
Non fuggire correndo
Se si incrocia o si avvista un orso non bisogna tentare di fuggire correndo o arrampicandosi da qualche parte: l’orso è veloce, può infatti raggiungere i 50 km/h e arrampicarsi sugli alberi con facilità. Se non si può raggiungere in pochi passi un rifugio sicuro, come l’abitacolo di un’auto, è meglio restare fermi. Nel caso l’orso mostri segnali di aggressività, va mantenuto un atteggiamento passivo, evitando qualsiasi gesto concitato.
Orso in piedi, cosa significa

Se l’orso si alza sulle zampe posteriori, questo comportamento non indica aggressività, ma serve all’animale per annusare e valutare meglio l’ambiente circostante e per identificarci. Dato che sta valutando la situazione è fondamentale restare fermi e parlare con tono calmo.
Se l’orso si avvicina
Se l’orso resta fermo, si consiglia di allontanarsi lentamente. Se invece l’orso si avvicina, camminando o correndo, bisogna restare fermi e calmi, permettendogli di comprendere che non si rappresenta un pericolo. Non bisogna mai fuggire, gridare o tentare di colpirlo.
Se l’orso attacca
In caso di attacco con contatto fisico, è raccomandato sdraiarsi a terra a faccia in giù, intrecciando le dita dietro il collo e proteggendo il capo con le braccia, restando completamente immobili finché l’orso si allontana. Se si indossa uno zaino, questo può offrire una protezione aggiuntiva e dunque non va abbandonato. È essenziale rimanere a terra finché non si è certi che l’animale sia andato via.
Cani al guinzaglio
In una zona popolata da orsi i cani vanno tenuti al guinzaglio. Il cane, infatti, potrebbe avvertire la presenza dell’orso, avvicinarsi all’animale con fare aggressivo abbaiando per poi tornare di corsa dal padrone. Il rischio è che il cane, dunque, involontariamente, porti l’orso, verso il proprietario.
Incontro con orso: i numeri da chiamare
Qualora si trovassero tracce o si subissero danni attribuibili all’orso, è importante non toccare né alterare i campioni per non compromettere eventuali indagini. Si consiglia di fotografare la traccia con un riferimento di misura, come una moneta, e l’ambiente circostante, quindi di avvisare tempestivamente il Parco delle Orobie Bergamasche, in Lombardia ( al numero 035 224249 o via mail segreteria@parcorobie.it), o il numero, attivo 24 ore su 24, 335 7705966 in Trentino (per la segnalazione della presenza di grandi carnivori). Gli operatori incaricati effettueranno un sopralluogo e, in caso di predazione, grazie a una polizza assicurativa regionale, attiveranno le procedure per il rimborso dei danni.
Il Parco delle Orobie Bergamasche offre inoltre supporto informativo e mette a disposizione sistemi di prevenzione come recinzioni elettrificate a prova di orso, concessi in comodato gratuito in situazioni di emergenza mentre in Trentino molti orsi hanno il sistema gps e dunque la loro presenza viene tracciata, con personale pronto ad intervenire in caso si avvicinassero ai centri urbani. Ci sono inoltreb fototrappole e rilevatori ai valichi.