Contro gli alberi e i pali abbattuti dall’ultima tempesta e crollati su numerose auto avrebbe potuto davvero poco. Eppure molti automobilisti, ritrovatisi di recente con le carrozzerie crivellate di bozzi o i parabrezza infranti, hanno pensato che un kit antigrandine avrebbe potuto almeno limitare i danni.
Cos’è
Il kit antigrandine è, sostanzialmente, l’evoluzione dei vecchi teli copriauto, di gran moda fino all’inizio del nuovo secolo. Si tratta di una copertura di tessuto, rigorosamente da esterno. Esistono modelli universali – utilizzabili, quindi, per qualsiasi tipo di auto ma naturalmente meno efficienti – così come quelli realizzati su misura. In mezzo c’è un “mondo” di panni con tagli, dimensioni e fogge specifiche.
La “blindatura”
Molto importante è la dotazione con cui fissare il telo alla vettura, così da evitare sgradevoli sorprese in caso di vento. Necessari, quindi, sono ganci e cinghie elastiche, così come alcune prese d’aria per evitare che all’interno ristagni l’umidità e si formino muffe.
Le tipologie
Uno dei modelli più comuni è quello che dispone di uno strato di poliuretano di circa 1 centimetro che aiuta ad assorbire gli urti provocati da chicchi di grandine. Esistono anche teli a doppio strato: quello esterno impermeabile e quello interno realizzato con materiale antigraffio.
Saltabeccando qua e là, poi, si possono scorgere teli gonfiabili così come quelli che sembrano essere veri e propri “ombrelli antigrandine”. Attenzione, però, nessuno dei teli in commercio può garantire una protezione totale dalla grandine, soprattutto di fronte a eventi estremi come quelli che siamo abituati a osservare con sempre maggiore frequenza negli ultimi tempi.
Il prezzo
In rete si trovano teli classificati come “anti grandine” di tutti i i prezzi. Come in molte altre situazioni, meglio scartare quelli troppo economici. Diciamo che la forchetta media sta fra i 100 e i 300 euro, con la possibilità, comunque, di superare questa cifra.
E se il telo non c’è?
Capita di sapere del possibile arrivo di una grandinata e di non avere tempo – né modo – di acquistare un telo ad hoc. Si può provare a improvvisare una protezione con quello che c’è sotto mano: innanzitutto si dia priorità al parabrezza, dato che guidare con il vetro frontale intaccato non è consentito dal codice delle strada.
Il parabrezza può essere protetto con del cartone e una coperta di stoffa spessa, così da “simulare” uno strato il più soffice (e antiurto) possibile. La coperta va fissata bene, chiudendone i lembi all’interno delle portiere anteriori e nel cofano. In alternativa si possono far passare dei fili di metallo da far passare all’interno dell’abitacolo, così da tenere fermo l’intero “accrocchio” per evitare che voli via, trascinato dal vento.
Se volete potete coprire anche il tetto, sempre con coperte o altro materiale soffice come i tappetini per lo yoga o imballaggi di plastica.